Intitolata a Silvestro Bassi una sala del Museo di San Caprasio

Si tratta della Sala della Memoria. Un’iniziativa presa per ricordare il podestà di Aulla nel periodo dal 1923 al 1940

La sala del Museo di San Caprasio intitolata a Silvestro Bassi
La sala del Museo di San Caprasio intitolata a Silvestro Bassi

Venerdì scorso, 26 maggio, a chi entrava nella sala convegni di San Caprasio veniva consegnato un opuscolo promosso da Amici di San Caprasio, Museo di San Caprasio e Comune di Aulla, nel quale si racconta la storia di Silvestro Bassi (1858-1949), al governo della città dal 1923 al 1940. È importante collocare ogni personaggio nel suo tempo e valutarlo per le sue azioni, tenendo conto che è difficile sottrarsi all’ideologia dominante, come ben chiarito nel 1970 dal sindaco del tempo, Giulivo Ricci, militante PSIUP e autore di molti scritti sulla lotta partigiana. Silvestro Bassi, entrato in consiglio comunale nel 1923 con rappresentanti di vari partiti, fu nominato podestà nel 1927 per le sue capacità amministrative, senza comparire, è sempre Giulivo Ricci ad affermarlo, “tra i primi fascisti né tra gli squadristi di Aulla”. Con la sua opera risanò il bilancio della città e con accurate ricerche ha redatto e pubblicato presso la tipografia Mori la prima storia della città: “Il castello e l’abbazia dell’Aulla nella storia della Lunigiana”.

Riccardo Boggi, visibilmente commosso, ha dettagliato l’opera amministrativa di Bassi, ricordando la sua visione di conservazione e promozione del territorio fissata in un piano regolatore. Spronò i proprietari ad una corretta manutenzione delle abitazioni, giungendo ad indicarne i colori più adatti; provvide alla sistemazione delle fognature per eliminare i pozzi neri. Di rilievo un suo intervento nella costruzione del Viale della Rimembranza, in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale nella quale aveva perso un figlio, arruolatosi come volontario. Lungimiranti furono la compilazione dell’inventario di tutti i beni del comune, la descrizione delle 84 strade, tra cui anche le mulattiere, e di tutte le scuole, che estese anche alle frazioni. Istituì la Biblioteca Magistrale Popolare e riorganizzò la vita amministrativa al servizio della popolazione, seguendola e consigliandola anche nella fase di ricostruzione dai danni del terremoto del 1920. I suoi interventi verso la struttura della città non furono solo conservativi – ad esempio nei confronti delle mura allora ancora esistenti, delle dimore storiche e dell’Abbazia non ancora bombardate – ma anche di restauro in un’ottica di rilancio della città.

Un momento dell’incontro al Museo di San Caprasio
Un momento dell’incontro al Museo di San Caprasio

Nel 1940, nell’imminenza dell’entrata in guerra dell’Italia, venne spodestato e sostituito da una persona di “sicura e indiscussa fede politica”, ad indicare, sottolinea Boggi, il corretto comportamento civile e sociale di Bassi. Alla sua morte, nel 1949, l’amministrazione comunale mandò al funerale il gonfalone della città, sul quale Bassi aveva deciso di porre una rosa e non i fasci littori. Su questi meriti si basa la dedica della sala della Memoria. Contro tale decisione si è espressa la sezione ANPI di Aulla-Licciana Nardi-Comano-Podenzana attraverso un manifesto con il quale ha dichiarato il dissenso nei confronti dell’iniziativa. È mancato il saluto annunciato del sindaco Valettini, assente così come tutti i rappresentanti dell’amministrazione.

Riccardo Boggi ha anche annunciato che è stato trovato un manoscritto di Bassi, donato dalla famiglia al Museo, nel quale è annotata con scrupolosa meticolosità la contabilità delle opere realizzate durante la sua amministrazione; vi è l’intenzione di studiarlo, restaurarlo e, se ritenuto opportuno e possibile, di pubblicarlo con l’Editore Chiappini, presente in sala. Il parroco don Lucio Filippi ha ringraziato Riccardo Boggi e l’associazione Amici di San Caprasio, rappresentata dalla presidente Lorella Giuli, per il lavoro che continuano a svolgere e, rivolto a Boggi, ha ricordato che i fatti vanno collocati nel loro contesto storico per evitare strumentalizzazioni ideologiche. La cerimonia si è conclusa con un rinfresco consumato tra commenti di condivisione e apprezzamento sia per la relazione che per l’allestimento della sala della Memoria.

Corrado Leoni