Grazie ad un progetto di Isra e Liceo “Malaspina’, gli studenti hanno cercato memorie, le hanno trascritte e meditate. Ne è nato il libro “Schiavi di Hitler”
Esperienze di metodo della ricerca storica le hanno praticate gli studenti del Liceo delle Scienze Umane “A. Malaspina”. Sollecitati dagli insegnanti, in particolare dalla responsabile del progetto Manuela Angella e dal coordinatore delle attività didattiche dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana, Angelo Angella, raccolgono dati consultando archivi cartacei e digitali, pubblicazioni, libri, carte private, interviste, rispettosi del mestiere dello storico: lavorare sui documenti, sui fatti. Le ricerche sono ora il libro Schiavi di Hitler.
Militari e civili lunigianesi deportati nei lager e nei campi di lavoro nazisti; il gruppo di lavoro sono i 14 studenti della 5°B. Angelo Angella è autore dell’ampia introduzione in cui pone l’accento sul termine Resistenza che ha più protagonisti. Contro la dittatura ci fu resistenza silenziosa di singoli cittadini, di intellettuali perseguitati e uccisi. La lotta per la libertà fu fatta anche dai civili, dalle donne nei paesi occupati.
A lungo trascurata o del tutto ignorata c’è L’altra Resistenza senza armi degli Internati Militari Italiani (IMI): una grande maggioranza (650mila) rifiutò la proposta di combattere per la RSI, costituita come potenza garante del regime nazista, col quale collaborò nelle stragi e nelle denunce.
Dei partigiani resistenti internati in Germania a fatica e in ritardo si è cominciato a parlare, vincendo, a partire dagli stessi reduci, il desiderio di voltar pagina e dimenticare la guerra. Nel 1954 il dirigente del PCI Alessandro Natta cercò di pubblicare un saggio sulla sua prigionia in Germania, col preciso intento politico di far conoscere la partecipazione determinante della resistenza degli internati. Ma non parve opportuno alla casa Editori Riuniti pubblicare un libro su tale contenuto, lo fece l’Einaudi solo nel 1997 e ora è generalmente condiviso che gli IMI, costretti alla resa dopo l’armistizio, e i deportati come schiavi per lavoro coatto, appartengono a pieno titolo alla resistenza antifascista.
Libri in tema di lunigianesi sono le memorie di Orlando Lecchini, i diari di Mario Ferrarotti, Dino Giannini e Luigi Battistini, Laura Seghettini. Nel 2010 fu assegnata la medaglia d’oro dal presidente della Repubblica a Nunzio Armanini, Ugo D’Ippolito, Romolo Michelini, Luciano Pinotti Bianchi, Mario Ricci, Giovanni Sordi, Giuseppe Simoncelli internato a Buchenwald e rimasto irreperibile.
Il libro in ampia Appendice riporta memorie inedite, in forma di riflessioni e di diario “affinché i giovani comprendano cosa significa perdere la libertà”: così vuole Nunzio Armanini catturato a 16 anni col fratello Angelo di 15. Presi a Pracchiola, la mamma Lucia con eroica forza cercò di opporsi, ma fu allontanata “col calcio di un fucile italiano al servizio dei tedeschi”, un “lecca stivali”: non mancarono anche fra noi le spie, i collaboratori: verbali dell’Archivio segnano i nomi di 12 persone. Seguono le memorie di Enzo Bacci di Aulla, trascritte dalla figlia Claudia: tutto l’orrore dei giorni, lo stesso vissuto da Nello Ferdani di Caprio, da Ettore Marullo per 13 mesi di fame, malattia, persecuzione.
Giacomo Ribolla sintetizza i tormenti sopportati dal bisnonno Giovanni, la figlia Maria quando tornò aveva paura di lui perché non lo conosceva; i figli piccoli di chi non tornò conoscono il padre solo per fotografia. Il libro riporta disegni ed episodi di vita nel lager di Giuseppe Nicolosi di Pontremoli, fotografie di persone e di documenti, certificazioni di irreperibilità di morti senza nome e senza tomba.
Il gruppo di lavoro: M. Argento, G. Bacci, A. Bertolini, M. Bombardi, G. Crispi, S. Ebano, S. Fasko, M. Lombardi, A. Necchi Ghiri, A. Pigerini, G. Rosaia, M. Spataro, C. Terroni, G. Vitali. Patrocinio del Comune di Pontremoli e collaborazione ANPI “Laura Seghettini”.
(Maria Luisa Simoncelli)