La Via Crucis di bambini e ragazzi del vicariato di Pontremoli
Il meteo non è stato amico ai tanti giovani e giovanissimi delle parrocchie di Pontremoli, Zeri, Ss. Annunziata e Pieve di Saliceto, che venerdì 31 marzo si sono ritrovati in piazza San Francesco, a Pontremoli, per quello che, ormai da tempo, è considerato uno degli appuntamenti più felici della nostra Chiesa Apuana: la Via Crucis vicariale dei bambini e dei ragazzi. La giornata uggiosa ha infatti costretto i partecipanti ad assieparsi nella chiesa parrocchiale di San Colombano, invece di percorrere il previsto itinerario attraverso l’antico ponte, simbolo della città, fino alla chiesa di Santa Cristina.
Superata l’iniziale delusione, la celebrazione, aperta dal saluto e dalle parole di don Pietro Pratolongo, è entrata immediatamente nel vivo con la presentazione delle otto stazioni – dalla Condanna alla Resurrezione – da parte dei vari gruppi di bambini e ragazzi organizzati e guidati dai loro catechisti. La titolazione scelta per la celebrazione – “È Gesù la nostra Speranza di Pace!” – evidenzia il tema di quest’anno: la necessaria e tanto desiderata pace! Pace intesa come cessazione dei conflitti in corso nel mondo, come prima cosa, ma anche come autentica relazione umana, frutto di giustizia, disponibilità, solidarietà, rispetto, perdono, sostegno reciproco e amore.
Sette parole-chiave che hanno accompagnato i presenti lungo la ‘via dolorosa’, fino al gioioso momento della Resurrezione. Sette parole che, riportate su strisce di carta colorata, sono andate a completare il grande arcobaleno che i ragazzi hanno ricreato, stazione dopo stazione, ai piedi dell’altare.
Come lo scorso anno, la scelta dei testi, le meditazioni e le preghiere, frutto di un lavoro diocesano condiviso, sono state accompagnate da un gesto, semplice ed essenziale, capace di comunicare con immediatezza il senso più profondo di ogni tappa e in grado di coinvolgere anche i più piccini. Le parole di don Pietro e la preghiera comune hanno concluso la celebrazione: ascoltare tante giovani voci scandire insieme le parole del Padre nostro e dell’Ave Maria non ha cambiato il malinconico clima all’esterno, ma certamente ha riportato il sole nel cuore di ognuno dei presenti.
Ad Aulla un’esperienza di comunione davvero molto coinvolgente
Davvero una bella esperienza di preghiera e di comunione, la via Crucis dei bambini del catechismo del vicariato di Aulla al santuario della Madonna in Gaggio, presieduta nel pomeriggio di sabato scorso da don Tommaso Forni. Nonostante l’assenza di alcune parrocchie e di alcune classi, ma complice la bellissima giornata di sole, la partecipazione è stata davvero ampia: erano presenti una cinquantina di bambini, molti dei quali accompagnati dai genitori e dai nonni. Partita dal parco, la via crucis si è svolta lungo otto stazioni fino al santuario.
Sul ritornello di “Non c’è pace senza…” le diverse classi di bambini delle parrocchie partecipanti – Filanda, Podenzana, Quercia e Olivola con il loro Parroco, don Vito Piscitello, Comano e Monti – hanno presentato i cartelloni preparati nelle settimane scorse, durante il tempo della Quaresima. Volti sorridenti, quasi un clima di festa – come sempre accade quando i bambini si trovano insieme – ma con un atteggiamento davvero partecipato, raccolto, attento. Giustizia, disponibilità, solidarietà, rispetto, perdono, amore, sostegno, sono le parole, indicate dal sussidio preparato dall’Ufficio diocesano per evangelizzazione e catechesi in occasione della Via Crucis, che sono andate, stazione dopo stazione, a comporre, completare e colorare il grande pannello unitario portato da alcuni genitori lungo il percorso.
Parole sulle quali i bambini hanno lavorato, hanno riflettuto e meditato e che certamente resteranno impresse come l’insegnamento più prezioso di questo tempo che ha preceduto la Pasqua. Parole che sono state sintetizzate con forza e a gran voce nelle invocazioni finali: “Gesù è la nostra speranza di pace”. Talmente bella e coinvolgente l’esperienza di comunione, sia per i bambini sia per gli adulti che erano presenti, che sono state tante le richieste di poter presto nuovamente lavorare e pregare insieme.
L’auspicio è che questo slancio che viene dal basso possa iniziare a smuovere anche chi – sia sacerdoti sia laici – è più diffidente e ha più difficoltà a percepire l’importanza del camminare insieme, del mettersi in ascolto gli uni degli altri per trovare vie nuove per accompagnare le comunità ecclesiali nel percorso di crescita nella Fede. Arroccarsi nelle proprie zone di confort, nelle varie espressioni e manifestazioni del “si è sempre fatto così”, rischia seriamente di portare avanti una Chiesa che va svuotandosi sempre più rapidamente.
Lo stile sinodale, voluto da Papa Francesco, è una via che, come accaduto in occasione della Via Crucis vicariale, sta invece dimostrando di poter davvero coinvolgere sempre più persone nel sentirsi davvero Chiesa.