Intervista a don Giovanni Barbieri, vicario di Pontremoli e di Villafranca, in vista della “Convocazione sinodale zonale”
Come da calendario pastorale, dopo l’appuntamento del 19 febbraio scorso che ha interessato il vicariato di Massa-Montignoso, domenica 19 marzo si terrà la “convocazione sinodale zonale” per i vicariati di Pontremoli e di Villafranca. Infatti a Pontremoli, nella chiesa parrocchiale di san Colombano a partire dalle 15,30, il vescovo Mario ha convocato questo incontro che rientra nel percorso del Cammino sinodale della Chiesa italiana. L’iniziativa è aperta non solo ai sacerdoti e ai delegati sinodali, ma anche agli operatori pastorali delle parrocchie, ai membri delle associazioni e dei movimenti del territorio, secondo tre tematiche: giovani e scuola, povertà e volontariato, disabilità e sofferenza. Per l’occasione abbiamo contattato il vicario foraneo di Pontremoli e di Villafranca, don Giovanni Barbieri.
Don Giovanni, dal suo punto di vista, qual è la fotografia di questi due territori?
“Il territorio cui fanno riferimento i due vicariati di Pontremoli e Villafranca è estremamente frammentato: comprende 6 comuni con circa 20.000 abitanti, suddivisi in 89 parrocchie, spesso piccolissime. Tenendo conto che la maggior parte della popolazione si riversa sulle direttrici delle strade di valle, questo significa che l’80% delle parrocchie ha una presenza di poche decine di fedeli, in molti casi con presenze quasi insignificanti”
Si è dunque perduta la tipica vitalità delle nostre parrocchie?
“C’è da distinguere tra i capoluoghi di comune e le frazioni. I primi hanno una certa vitalità, le altre sono composte quasi esclusivamente di persone anziane, con scarsità di servizi, con poche possibilità di azione pastorale se non quella della liturgia domenicale, con grandi difficoltà da parte dei sacerdoti, e dell’assistenza ai malati e anziani. Per quanto riguarda i dati socioeconomici è presto detto. Negli ultimi 20 anni la popolazione residente è diminuita del 20%: questo comporta inevitabilmente un grande invecchiamento della popolazione e di spopolamento delle frazioni di “montagna”. Da questo derivano anche le difficoltà economiche e del lavoro: infatti, circa il 35% della popolazione è composto da pensionati”.
Il momento centrale della giornata del 19 marzo sarà vissuto nei “tavoli di lavoro sinodali”, una modalità che da due anni stiamo cercando di fare nostra e che permette a ciascuno di dare il proprio contributo a partire dalla sua esperienza, in un esercizio di ascolto reciproco. Pur nelle differenze e diversità, alla luce delle tre tematiche individuate è possibile indicare delle attenzioni per i vicariati di Pontremoli e di Villafranca?
“I temi proposti sono ‘caldi’. Il mondo dei giovani è piuttosto assente. Ci sono esperienze di Scout a Pontremoli, ci sono tentativi molto faticosi di ricucitura di rapporti dopo gli anni del Covid sia a Pontremoli che a Villafranca-Bagnone e Filattiera. I risultati al momento, non sono entusiasmanti. I giovani sono concentrati soprattutto lungo le dorsali viarie, ma, mentre cercano aggregazioni per il divertimento, sembrano più restii di fronte ad impegni di riflessione e di vita, anche religiosi. Anche la scuola sta vivendo momenti di difficoltà per il calo di iscrizioni e per il rischio di riduzione di classi”.
Non riusciamo a trovare uno spazio di ottimismo?
“Alcuni ambiti ci sono. Un mondo a parte, ad esempio, è quello che riguarda la povertà. I centri nei quali si mostra più attenzione agli indigenti sono Pontremoli e Villafranca, dove operano due Centri d’Ascolto ed è presente la Caritas: a Pontremoli inoltre operano anche la Conferenza della Società San Vincenzo de Paoli e i Cavalieri del Tau. In quest’ultimo periodo, purtroppo, sono aumentati coloro che ricorrono al ‘pacco’ settimanale”.
E il resto del mondo del volontariato?
“Quello del volontariato merita un discorso a sé stante. Gli stessi centri di distribuzione hanno sì volontari, ma in numero abbastanza esiguo. In genere, gli operatori del volontariato sono quelli ‘storici’ ed è difficile reperire forze nuove. Sono presenti comunque in tutto il territorio i Gruppi Donatori di Sangue Fratres e a Pontremoli, Villafranca e Mulazzo la Misericordia. C’è una buona attenzione alla disabilità attraverso l’Associazione “Aldi” con varie attività educative e con un forte impegno a dare risposte concrete al tema del Dopo di Noi. Viste le difficoltà dell’età avanzata vi sono molte case famiglia per l’accoglienza degli anziati oltre a varie RSA”.
In questo percorso sono stati invitati anche i sindaci dei Comuni coinvolti. Quanto la collaborazione tra la Chiesa e le amministrazioni pubbliche può essere utile per il bene delle comunità?
“Le amministrazioni comunali non dispongono di grandi risorse, ma certamente è utile che la collaborazione tra la Chiesa e le amministrazioni pubbliche, pur mantenendo ciascuna le proprie prerogative, trovi campi di lavoro comuni di collaborazione. Mi pare che già questo avvenga, ma è sempre bene da parte di tutti ricordare che sia la Chiesa che le amministrazioni sono a servizio del bene delle comunità in cui operano”.
Augurando un buon lavoro pastorale a don Giovanni, non resta che dare appuntamento al pomeriggio di domenica 19 marzo per la “convocazione sinodale zonale” in programma a Pontremoli nella parrocchia di San Colombano. (df)