Dalla qualità dell’acqua alla tariffa: dati critici circa la gestione del servizio idrico nella nostra provincia
Più della metà dell’acqua che scorre negli acquedotti della provincia di Massa Carrara non arriva ai rubinetti e finisce dispersa: un triste primato a livello toscano che conferma quanto ci sia bisogno di investimenti sulla rete idrica. A fornire il dato è Istat nella ricerca “Le statistiche dell’Istat sull’acqua, anni 2020-2022” lo scorso 21 marzo. Secondo Istat le perdite idriche nelle reti comunali di distribuzione della provincia apuana nel 2020 erano superiori al 55%, mentre nelle province di Lucca e Pistoia – accomunate alla nostra provincia dall’operare come principale gestore della rete della società per azioni a proprietà pubblica Gaia – le perdite sono comprese nell’intervallo 35-45%. La stessa società che gestisce i 443 acquedotti di 46 comuni delle tre province conferma i preoccupanti numeri forniti dall’Istituto di Statistica nel proprio Bilancio di Sostenibilità per l’anno 2021, in cui si legge che «a fronte di un’immissione nel sistema idrico di oltre 69 milioni di metri cubi, si stima ne vadano smarriti circa 37 milioni; di questi, le effettive dispersioni causate dalla tenuta imperfetta delle reti sono stimabili in circa 31,5 milioni»: in percentuale, scrive Gaia, si tratta di perdite pari al 53% nel 2021 e del 54% nel 2020, riferite a tutti i comuni gestiti nel loro complesso.
Un dato negativo, quello presentato da Gaia, giudicato severamente anche da Arera, l’Authority nazionale di regolazione per energia, reti e rifiuti: con una classificazione che va dalla classe A, considerata la migliore, fino alla classe E, considerata invece la peggiore, Arera colloca le perdite idriche degli acquedotti gestiti da Gaia in classe D. Un dato pessimo, rispetto al quale la società ha peraltro fallito nel raggiungimento degli step di miglioramento fissati dall’authority fin dal 2017 e a cui la società intende porre rimedio enunciando nel proprio bilancio di sostenibilità una serie di interventi che vanno dalla sostituzione delle condotte – tra il 2020 e il 2021 sono stati sostituiti 54 dei 5.481 km di rete – alla ristrutturazioni di depositi di accumulo, fino al posizionamento di meccanismi dedicati alla regolazione della pressione e alla ricerca attiva di perdite non visibili. Se la situazione della dispersione della risorsa idrica non è confortevole, la gestione delle acque presenta anche altre criticità. L’Autorità Idrica Toscana (AIT) nella Relazione annuale del Direttore Generale sul Servizio idrico integrato in Toscana per l’anno 2021, pubblicata a novembre 2022, ha evidenziato che mentre Gaia si posiziona in maniera lusinghiera rispetto alle interruzioni del servizio idrico (classe A) e alla qualità degli scarichi depurati (classe B), permane nella classe E, la peggiore, per quanto riguarda la qualità dell’acqua erogata. «Le principali criticità – ammette sempre Gaia nel proprio bilancio di sostenibilità – sono legate ai casi di intorbidimento delle fonti a causa di pioggia intense soprattutto nelle zone interne del territorio o nella zona di Massa Carrara» con riferimento, per la zona apuana, al problema dell’estrazione e della lavorazione del marmo. Anche il tema delle tariffe appare problematico.
Sempre poche settimane fa, a margine della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, l’associazione dei consumatori Cittadinanzattiva ha pubblicato il suo Rapporto annuale sul servizio idrico integrato dal quale risulta che, ipotizzando un consumo annuo di 192 metri cubi per una famiglia di tre membri, la spesa in Toscana (le cui tariffe applicate dai singoli gestori sono determinate e regolate da AIT) è la più alta d’Italia: 770 euro, comprensivi di erogazione acqua, fognatura e depurazione, quota fissa. Nel 2022, rispetto al 2021, le tariffe in Toscana sono aumentate mediamente del 5,5%, con un aumento accordato da AIT a Gaia dell’1,2%. Dispersione idrica e tariffe alte non possono non influire sulla soddisfazione degli utenti nei confronti di una società che nel gestisce il servizio idrico ha conseguito, solo per il 2021, un fatturato di 79 milioni di euro e un utile superiore al milione e che ha realizzato 27 milioni di investimenti lordi contro i 37,6 previsti. L’indagine campionaria svolta da AIT sugli utenti toscani circa il giudizio complessivo sul proprio gestore idrico mostra che tra i 9 gestori operanti in regione, Gaia presenta la più bassa percentuale di utenti che si dichiarano molto soddisfatti (50%) e il più alto numero di insoddisfatti: il 17,9%.
(Davide Tondani)