Il ruolo dei facilitatori:  dal convegno diocesano  al cammino sinodale

Il vicario per la pastorale, don Maurizio Iandolo, ha guidato l’incontro alla Covetta

Massa, la Cattedrale

Si è riunito nei giorni scorsi a Covetta di Avenza il gruppo dei facilitatori, coloro, cioè, che hanno contribuito ad animare la discussione e il confronto durante i due giorni del Convegno Diocesano. È stato un momento di verifica e di discernimento per mettere a fuoco criticità e punti di forza; un’occasione per delineare il percorso dei prossimi mesi. Ad illustrare le tappe che attendono facilitatori e delegati è stato il vicario per la pastorale, don Maurizio Iandolo, il quale ha esordito con alcune riflessioni di carattere generale sulle difficoltà, riscontrate di recente, ad entrare in una nuova mentalità, caratterizzata dalla necessità di ascoltare piuttosto che di risolvere i problemi. “Sembra – ha detto – che la logica del ‘si è sempre fatto così’ rappresenti l’unica strada possibile ed invece occorre un cambiamento di rotta. Dobbiamo, per amore, essere disposti a perdere tutto… comprese le nostre sicurezze e certezze, per fare spazio all’altro e aprirci all’ascolto”.

Don Maurizio ha inoltre sottolineato come le prossime attività pastorali delle parrocchie dovranno esser improntate alla realizzazione dei “cantieri”, in particolare quelli della strada e della casa, come viene indicato nel vademecum della CEI e come è stato indicato dal vescovo Mario, durante il Convegno. “La chiamata del Vescovo è la chiamata del pastore – ha poi aggiunto – che ci invia ad una missione che è quella di portare il Vangelo nella vita e di fare della vita un Vangelo, attraverso l’esperienza sinodale”. Il vicario ha annunciato che ci saranno tre grandi ‘chiamate’, collegate alle tre grandi città della diocesi e che costituiranno la nostra preparazione all’evento della Pentecoste. 
Don Maurizio Iandolo vicario per la pastorale e delegato per il sinodo

I facilitatori si sono poi divisi in due gruppi per rispondere alle domande preventivamente inviate dalla segreteria per la pastorale e che vertevano su tre ambiti relativi al Convegno e al futuro: valutazione del lavoro svolto, cosa modificare dell’impianto generale, le prospettive. In particolare, veniva chiesto come poter promuovere i ‘cantieri’ nelle parrocchie.

Le valutazioni del convegno sono state positive, anche se è stato chiesto un tempo maggiore per i lavori di gruppo e di non sovraccaricare gli incontri con iniziative collaterali. È stato poi evidenziato che un ruolo fondamentale nella attuazione del percorso sinodale, può essere assunto dal consiglio pastorale parrocchiale.  Rispetto allo scorso anno, è stato evidenziato che i partecipanti al Convegno hanno discusso con più fluidità e gli argomenti sono stati affrontati con intensità e senso di responsabilità. 
Al termine, don Maurizio ha ringraziato tutti ed ha aggiunto, seguendo un’intuizione di don Mario Amadi, uno dei suoi predecessori, che presto anche i laici entreranno a far parte a pieno titolo delle riunioni vicariali contribuendo così, in concreto, ad attuare quello spirito sinodale che dovrebbe sempre più animare la vita della Chiesa. In questa linea si prospettano anche occasioni di dialogo e ascolto delle persone di altre confessioni religiose, per favorire un’accoglienza e una maggiore integrazione e per essere arricchiti dalla loro esperienza.
Vengono in mente le parole di Papa Francesco all’apertura del Sinodo: “Iniziamo con il chiederci tutti – Papa, vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, sorelle e fratelli laici, tutti i battezzati -: noi, comunità cristiana, incarniamo lo stile di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende dell’umanità? Siamo disposti all’avventura del cammino o, timorosi delle incognite, preferiamo rifugiarci nelle scuse del ‘non serve’ e del “si è sempre fatto così’?”.
Ren. Bru.