Alla ricerca dei “beni minori” che fanno grande la Lunigiana

Lavoro della sezione locale di “Italia Nostra” che ha individuato 37 luoghi da salvare e valorizzare

Panorama del castello di Bagnone
Suggestiva immagine del Castello di Bagnone, uno dei beni segnalati dalla sezione locale di “Italia Nostra”

Diciannove dossier volti alla tutela e alla valorizzazione conservativa del patrimonio culturale e ambientale del nostro paese con particolare attenzione a quello ritenuto minore che così fortemente caratterizza il paesaggio e la cultura italiana. Tanti sono i contributi che Italia Nostra ha coinvolto nel progetto “Alla Ricerca dei Beni Comuni”, finanziato con il contributo del Ministero delle Politiche sociali e del Lavoro. Si tratta di realtà territoriali diverse che ospitano sedi locali dell’associazione, accomunate dall’idea di salvaguardare quel grande patrimonio materiale e immateriale che molto spesso è relegato ai margini, abbandonato, non curato, addirittura vandalizzato e misconosciuto nelle sue potenzialità. Un vero e proprio viaggio che ha fatto tappa anche in Lunigiana, dove la sezione locale Apuo Lunense – La Spezia – 5 Terre, con tre curatori e con il supporto di alcuni volontari e associazioni locali, ha lavorato per porre l’attenzione su quelli che sono i beni culturali del territorio definiti minori e in particolare quelli che nel tempo sono stati “dimenticati”. L’iniziativa si articola in momenti di formazione di workshop nelle comunità locali ”individuando azioni da realizzare con le amministrazioni locali” come scrivono Maria Gabriella Ferrari, e Alessandro Martinelli, curatori della ricerca con Giacomo Maucci per i territori della Lunigiana storica. I “beni minori” individuati sono tra i più vari: passando dall’antico palazzo, al dialetto, dalla cucina locale al castello dimenticato.

Complessivamente sono 37, ventisei quelli che riguardano l’attuale Lunigiana geografica su cui concentriamo questo articolo. Si parte dall’antico rudere del castello di Zeri, per evidenziare il lavoro di recupero finora effettuato con l’intenzione di individuare il Castello nel suo complesso, vederne la forma, e ricostruirlo. Sempre a Zeri c’è la segnalazione del centro di ricerca sperimentale di agricoltura di altura per i vitigni in località Monte Alè; individuato poi il sito di transumanza a Betinia e l’alpeggio della Formentara per cui è necessaria un’opera di recupero visto che si trova in una situazione di evidente degrado. Passando a Pontremoli, al centro delle segnalazioni di Italia Nostra ci sono due palazzi: Palazzo Malaspina e Palazzo Damiani. In particolare per il primo (che ospitava la Biblioteca comunale sino a pochi anni fa) è necessario un intervento soprattutto per quanto concerne la facciata della struttura mentre per il secondo gli interventi sarebbero necessari soprattutto per gli spazi interni dove sono ospitati preziosi affreschi di Niccolò Contestabili, in particolare nella stanza che narra la “favola di Niobe”. A Filattiera si parla dell’importanza di valorizzare i tratti ancora visibili della mura che circondavano l’antico borgo e della necessità del restauro della fontana di Scorcetoli, del 1928, che fino a poco tempo fa ospitava una statua Stele, oggi portata al Museo del Piagnaro.

Il monumento dei libraio a Montereggio di Mulazzo, uno dei beni segnalatidalla sezione locale di “Italia Nostra”
Il monumento dei libraio a Montereggio di Mulazzo, uno dei beni segnalatidalla sezione locale di “Italia Nostra”

Spostandoci dall’altro lato del Magra, a Mulazzo, si segnala la necessità di ristrutturazione e ripristino dell’antico lavatoio. Individuate inoltre le Maestà e il monumento ai librai ambulanti a Montereggio oltre al laboratorio didattico di fisica e astronomia “Esploranda” ad Arpiola. Sempre a Mulazzo vengono segnalati il dipinto alla Madonna con Bambino attribuito a Cambiaso e la chiesa di S. Apollinare e San Francesco Fogola a Montereggio. Passando a Bagnone vengono individuati la Cappella di San Niccolò e il castello di Bagnone. Andiamo quindi verso la Lunigiana orientale, dove troviamo la chiesa di Cotto a Fivizzano. Sempre a Fivizzano i redattori di Italia Nostra hanno individuato l’antico lavatoio, con una fontana del 1660, e l’oratorio di Virolo. Entrambi i beni sono bisognosi di interventi di restauro, in particolare l’oratorio che è addirittura a rischio di crollo a causa infiltrazioni di acqua. Viene poi segnalato castello, borgo e ponte di Agnino e il recupero della filiera di canapa sativa a Fivizzano. Andando poi a Pallerone, i redattori locali di Italia Nostra segnalano il polverificio di Pallerone, che meriterebbe ben altra attenzione anche in un’ottica di un’archeologia industriale da sfruttare anche in senso turistico. Così come da restaurare e valorizzare sarebbe la via dei Mulini e dei Macinati lungo il sentiero della Servola in località Stadano. A Fosdinovo vengono segnalati l’ottocentesco Forte Bastione in località Spolverina che andrebbe tutelato poiché risiede in un importante crocevia sentieristico; e il Castello di Ponzanello che mostra una possente struttura tra le più singolari in Lunigiana, con pianta triangolare irregolare e con triplice cortina murata. Ci sono poi beni “immateriali” come il dialetto locale, che presenta un patrimonio linguistico di grande ricchezza e varietà, e la cucina locale caratterizzata da una grande immutabilità nel corso dei secoli.

“Ci auspichiamo – scrivono i redattori della ricerca nella loro prefazione – che questa raccolta di elementi naturali e storico culturali, possa essere di stimolo ad altre persone per appassionarsi al proprio territorio e alla amministrazioni per avere sempre maggiore attenzione a questi ‘beni minori’ che rappresentano, più di altri, la memoria storica e l’identità di un territorio”. (r.s.)