Ad Aulla le gioie e gli ori donati all’immagine della Madonna Addolorata

Tre giorni di celebrazioni in San Caprasio. Lo studio, la catalogazione e la pubblicazione dei gioielli sono ora raccolti in un volume curato da Rossana Piccioli 

L’incontro nell’auditorio della parrocchia di San Caprasio

Da giovedì 16 a domenica 18 settembre Aulla ha festeggiato l’Addolorata rispettando una tradizione che ha inizio ai primi dell’Ottocento quando, dopo secoli di vita religiosa segnata dalla nomina di sacerdoti da parte dei signori laici che governavano l’abbazia, Aulla ebbe il primo sacerdote di nomina vescovile. 

Giovedì, alle 21, don Pietro Pratolongo ha tenuto una affascinante conferenza su “La spada della Madre -Iconografia e teologia dell’Addolorata” un excursus nella religiosità sul tema del dolore di Maria e sulla rappresentazione nell’arte. Nella Bibbia la menzione della spada è frequente, la stessa Parola di Dio è denominata come spada a doppio taglio. 
Venerdì 16 nel l’affollato auditorium parrocchiale alla presenza del sindaco, della delegata alla cultura Grazia Tortoriello, del presidente della “Manfredo Giuliani” e dell’Accademia Capellini, Giuseppe Benelli, è stato presentato un elegante volume-catalogo che pubblica per la prima volta la collezione delle gioie donate all’immagine della Madonna Addolorata a partire dall’inizio del 1800. 
(Foto Antonio Pagani)

In apertura è intervenuto con un filmato il direttore nazionale dell’ufficio beni culturali della Conferenza Episcopale Italiana, don Luca Franceschini, che ha ricordato come gli ex voto della popolazione raccontano una moltitudine di storie, di situazioni dolorose affrontate e sono beni preziosi ben più dell’oro, esempi di fede e speranze affidate a Maria.  

(Foto Antonio Pagani)

Lo studio, la catalogazione e la pubblicazione dei gioielli di san Caprasio sono stati curati da Rossana Piccioli, storica ed antropologa, già direttrice del museo etnografico della Spezia e nel volume è pubblicato anche uno studio di Sonia Lazzeri sul gruppo scultoreo che fu travolto dall’alluvione del 2011. 

Il volume è un contributo allo studio dell’arte orafa e dei gioielli tradizionali dell’Ottocento. Un omaggio alla fede di generazioni di devoti che si sono rivolti alla Beata Vergine Addolorata e in lei hanno confidato.

L’immagine della Madonna Addolorata in San Caprasio (foto Antonio Pagani)

Conoscere gli ornamenti preziosi e la loro storia è come entrare in punta di piedi nelle condizioni sociali, nei sentimenti e nelle speranze più intime delle persone vissute nei secoli scorsi. Gli ori parlano un linguaggio antico e – scrive Rossana Piccioli – sanno ancora raccontare storie. Venerdì il volume, finanziato dagli Amici di San Caprasio, è stato presentato dalla curatrice Rossana Piccioli con un intervento di Sonia Lazzari.

In via straordinaria gli ori antichi sono stati esposti in San Caprasio nella cappella dell’Addolorata per poche ore la sera di sabato 17 a partire dalle 20 e fino al termine della S. Messa celebrata da don Maurizio Iandolo vicario diocesano per la pastorale e della processione nelle vie cittadine. L’esposizione è stata ripetuta durante la Messa di domenica 18 settembre in omaggio a don Marino Navalesi che nel 2000 si era fatto promotore della fusione di una splendida corona conservata con gli ori in una banca. 
Durante la celebrazione di domenica la cittadinanza ha salutato la nomina del concittadino don Marino a Vicario Generale della Diocesi ricevendo il saluto ufficiale del sindaco Roberto Valettini.

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