Dopo giorni di botta e risposta sulla linea sostenuta da Giuseppe Conte
È giunta alla fine la vita travagliata del Movimento 5 Stelle o quelli che fino a non molto tempo fa venivano chiamati “grillini” sono semplicemente giunti ad una svolta decisiva della quale nessuno è in grado di prevedere l’esito? Sono ormai tante – troppe? – le anime che si agitano nel movimento, messo sulle spalle di un Conte che non poteva prevedere di dover affrontare così tanti problemi. Tra defezioni ed espulsioni è ormai ridicolo continuare a parlare di gruppo politico maggioritario in Parlamento, così come è arduo cercare di individuare una linea che possa soddisfare quelli che ormai potrebbero definirsi i “fedelissimi”.
Protagonista è il ministro degli Esteri in carica, Luigi Di Maio. Prima, dopo l’esito delle elezioni, con dichiarazioni velenose verso Conte, definito “ambiguo” e “autoreferenziale” e con l’ammissione di una sconfitta – “non siamo mai andati così male” – dovuta, secondo Di Maio, ad un elettorato disorientato”. Poi con accuse a Conte di voler sfilare M5s dal Governo Draghi, esprimendo posizioni che vanno contro le scelte atlantiste e europeiste del Governo stesso. Infine, con un’autodifesa resa necessaria, sempre per il ministro, da attacchi portati “con odio e livore” per “creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave”.
In ballo ci sono le scelte future che Di Maio sarà chiamato a fare; in parole povere, quale potrebbe essere la sua scelta di campo nel caso dovesse uscire da M5s.
Non si è fatta attendere la replica di Conte, giunta al termine di un Consiglio nazionale del Movimento appositamente convocato. “Quanto alle recenti dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio – recita il comunicato – riguardanti la linea di politica estera del Movimento 5 Stelle, rileva il Consiglio Nazionale che queste esternazioni distorcono le chiare posizioni assunte in questa sede il 16-17 maggio (e prima ancora dello scorso 26 aprile), e oggi integralmente ribadita, sempre all’unanimità”. In particolare, vengono definite “inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento” le dichiarazioni circa “una presunta volontà del M5S di operare un ‘disallineamento’ dell’Italia rispetto all’alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione europea”.
A dar manforte al leader, sempre più in difficoltà, il presidente della Camera Fico, che ha parlato di “attacchi non aderenti alla realtà” precisando che “il Movimento è saldamente ancorato all’Unione europea e al patto atlantico”, esprimendo la sua rabbia e delusione per quanto accaduto. Nella giornata di martedì, in vista delle comunicazioni di Draghi al Senato, invece di calmarsi, le acque si sono agitate sempre più. Nel primo pomeriggio le principali agenzie di stampa hanno diffuso la notizia di una raccolta di firme in atto per la costituzione di un gruppo autonomo con riferimento a Di Maio. Ciò toglierebbe ogni dubbio sulla conclusione della querelle tra lo stesso ministro e Conte.