Paul Ginsborg, tra i più acuti storici della contemporaneità

Nato a Londra, fiorentino di adozione, è di recente scomparso nel capoluogo toscano. Trascorreva lunghi periodi in Lunigiana, nella sua casa di Vinca. Una vita di impegno sociale e politico.

Il prof. Paul Ginsborg a Pontremoli nel marzo 2019

Due storici inglesi di alto livello hanno dedicato la maggior parte delle loro ricerche alla storia italiana contemporanea: Denis Mac Smith e Paul Ginsborg. Mac Smith (Londra 1920-2017) si interessò al Risorgimento italiano da quando era in Italia come ufficiale dell’VIII Armata inglese nel 1943-’44 e collaborò con Benedetto Croce. Ha pubblicato con Laterza Storia d’Italia dal 1861 al 1997, un saggio su Garibaldi maggior artefice dell’unità d Italia, su Cavour, fu molto critico sui Savoia e sul corrotto dispotismo dei Borboni.
Paul Ginsborg si è spento l’11 maggio a Firenze, era nato a Londra nel 1945, insegnò a Cambridge alla facoltà di scienze sociali e politiche, poi in Italia incaricato all’Università di Siena, di Torino e dal 1992 ha tenuto la cattedra di storia dell’Europa all’Università di Firenze dove si è naturalizzato benissimo.
Al “mestiere” di storico associò un periodo di appassionata militanza politica, lanciò i Girotondi con Pancho Pardi, un’anteprima del grillismo, da cui dopo si tenne lontano, esprimeva una visione della politica italiana da posizione di sinistra giacobina. Ottimi sono i nostri storici italiani, ma l’esame critico di un forestiero è un ulteriore contributo di conoscenze, tanto più che la storiografia anglosassone sa narrare molto bene i fatti e li accompagna con il suo giudizio. Ginsborg; oltre alle virtù esamina con pacatezza gli eterni vizio degli italiani, si tiene alla larga dai toni a volte canzonatori e supponenti di altri storici brittanici.
Fu interessato anche alla Lunigiana, dove acquistò un suo “buon ritiro” e dove tenne relazioni sui grandi eventi contemporanei, sulla vita vissuta delle persone. Ascoltai una sua lezione magistrale alla biblioteca “Beghi” della Spezia e si accese un interesse speciale per i suoi libri, diventati anche strumento didattico. Presentava la sua Storia d’Italia dal 1943 al 1998, il primo dei due volumi editi da Einaudi a distanza decennale. Sono la narrazione più completa dell’Italia diventata per la prima volta una repubblica unita, democratica, costruita dai resistenti antifascisti.
Ginsborg presenta i fatti della politica, dell’economia, le grandissime trasformazioni della società, dei modi di vivere, della mentalità degli italiani nel dopoguerra. Narra con quella certa arguzia all’inglese, ma è profondo il suo studio. La Repubblica italiana nasce in un paese ancora agricolo, poco cambiato rispetto al tempo di Garibaldi e di Cavour e in pochi anni brucia le tappe di un processo straordinariamente rapido di accumulazione, di urbanizzazione, di secolarizzazione, si tratta del più profondo rivolgimento della sua storia, e questa trasformazione di passaggio alla modernità è la vera protagonista del libro.
Almeno a partire dal Risorgimento, afferma che sono rimaste situazioni che sono una costante della storia italiana: distacco tra governi e governati, inefficienza burocratica, la forza della Chiesa nella società civile, la questione meridionale. Considera l’attaccamento alla famiglia l’elemento più solido nella coscienza popolare, con qualche sconfinamento nel familismo individualista e nel qualunquismo. Con lunghe ricerche Ginsborg ricostruisce il percorso repubblicano che ha conosciuto il “miracolo economico” ma anche gli eventi drammatici del terrorismo e di una criminalità che inquina lo Stato, le tensioni sociali.
Nella dialettica anche drammatica dei problemi dell’Italia poco pronta a sfidare la crescente complessità del mondo globale e con nuovi movimenti populisti e antidemocratici, Ginsborg però, nella lezione tenuta il 23 marzo 2019 alle Stanze della Rosa per i 30 anni della sezione Unitre di Pontremoli-Lunigiana, ha parlato di un’Italia che ha saputo difendere se stessa difendendo la Costituzione. Ha contrastato i lamentoni di professione del tutto va male e la colpa è sempre degli altri: piove governo ladro! Punto per punto ha contrapposto oggettivi punti di forza che lo rendono orgoglioso di essere cittadino italiano dal 2009.
Eccoli: la mobilitazione dei giovani di Greta, un milione gli italiani, per curare il pianeta gravemente malato; almeno il 60% degli italiani ha raggiunto un agiato tenore di vita, un buon servizio sanitario per competenze e ottimo sul piano sociale ed etico perché non rifiuta le cure a nessuno, imprenditoria medio-piccola di qualità, scolarizzazione e appartenenza all’Ue, la bellezza delle arti e del paesaggio. Se ragioniamo con mente libera, emerge che sono state affrontate e risolte realtà molto difficili (terrorismo, trame dei servizi segreti per un colpo di stato, assassinio di Aldo Moro, stragi del 1992, sospetti di trattative Stato-mafie, il tritolo che uccise Falcone e Borsellino).
In quella lezione di sintesi storica Ginsborg fece percepire l’alta qualità della sua analisi critica, equilibrata e mai ambigua: giudica la brexit una scelta paradossale e suicida, non accetta che le banche siano salvate dallo Stato, definisce “ceto medio riflessivo” insegnanti, ricercatori, membri di associazioni, cooperative e sindacati, un ceto pervaso in queste ore da disorientamento ma capace di aiutare i tanti disperati della Terra.

Maria Luisa Simoncelli