Caldo sì e caldo no, le solite diatribe dell’estate

Superato il solstizio dell’estate, dal 22 giugno, la durata del dì ha iniziato poco a poco a ridursi: fino a tutta la prima settimana di luglio, però, non sarà facile accorgersene perché è al mattino che il sole – già da una decina di giorni – sta sorgendo più tardi, mentre al tramonto indugia a tramontare praticamente alla stessa ora fino al 30 giugno.
L’estate 2021, dopo qualche incertezza di avvio considerando i termini meteorologici, si è presentata all’appuntamento astronomico con un volto diverso, anche se non ancora ardente. Prima di tutto perché a parte il 15, unico giorno che è potuto rientrare fra quelli classificabili come sereni o poco nuvolosi, i restanti della settimana in esame sono stati tutti misti e due, il sabato e la domenica, distintisi per la una stratificazione nuvolosa piuttosto costante, nel novero di quelli coperti/molto nuvolosi. Nuvolosità abbastanza elevata e aria spesso umida hanno tenuto a bada le temperature massime diurne, senza quegli slanci che aria più asciutta e cielo più sgombro avrebbero consentito.
Per lo stesso motivo, ma in maniera meno netta, si è assistito ad un intiepidirsi delle temperature minime venendo meno un marcato irraggiamento notturno. Dall’11 in poi, inoltre, l’atmosfera si è stabilizzata (eccetto i pochi tuoni del 16 pomeriggio): per tutta la decade centrale di giugno, insolitamente, sono mancate le precipitazioni.
Pur non realizzandosi alcun valore di temperatura eclatante e neppure anomalo, la consistenza di valori superiori alla norma ha sancito una seconda decade di giugno di tutto rispetto nella graduatoria della serie storica: la media delle minime ha guadagnato l’8° posto in 93 anni e la media delle massime il 5°, piazzandosi dopo il 2003, 2017, 2002 e 1931.
Si dirà che questa rubrica sembra un disco rotto, ma certi fatti giova ripeterli: la modalità con cui avviene il cambiamento climatico può far erroneamente credere che tutto sia come un tempo, che si tratti di corsi e ricorsi climatici, di qualcosa di già visto. Il problema, però, non si pone in questi termini, ma in termini di temperature medie su periodi di breve o media durata (decade, mese, stagione, semestre, annata), dal confronto dei quali con analoghi intervalli temporali del passato risultano in tutta evidenza i gradini guadagnati ‘nel lungo’, decennio dopo decennio.
L’ondata di aria africana in corso da giorni, per le motivazioni esposte sopra e per aver interessato più direttamente le regioni centro-meridionali e le isole (con punte oltre i 40°C in Sardegna, Sicilia e Puglia), ha recato più a nord un alito in genere afoso, caldo umido, opposto al clima asciutto e rovente che le è solitamente più congeniale.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni