Ambasciatore e carabiniere italiani uccisi in un agguato in Congo
Luca Attanasio, ambasciatore italiano in Congo

La triste notizia della morte dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi (insieme all’autista locale) in un agguato sulla strada di Rutshuru, nel distretto di Kibumba, nel territorio di Nyiragongo, mentre partecipavano ad una missione umanitaria dell’Onu al Nord del Paese, diffusasi nella giornata di lunedì 22, ha sconvolto l’intera nostra nazione.
“L’agguato al convoglio è stato molto probabilmente condotto da miliziani delle Forces democratiques de liberation du Rwanda, le Fdlr”. Così all’agenzia Dire il governatore del Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita. “I veicoli sono stati assaltati lungo la strada nazionale che da Goma porta a Beni da uomini che hanno aperto il fuoco colpendo le due autovetture e costretto l’intera delegazione a seguirli.
Il successivo intervento dei ranger del parco del Virunga ha liberato gli ostaggi e permesso il trasferimento dei feriti in ospedale, dove, però, gli stessi sono deceduti. Il ministro dell’Interno ha sottolineato che “né i servizi di sicurezza, né le autorità provinciali hanno potuto assumere particolari misure a protezione del convoglio né venire in soccorso in assenza di informazioni sulla presenza dello stesso in un’area del Paese considerata instabile a causa delle attività di gruppi ribelli nazionali e stranieri”.
Subito i ribelli hanno smentito addossando, a loro volta, la responsabilità ai militari regolari congolesi e del Rwanda. Secondo il portavoce dei ribelli ruandesi, i responsabili vanno cercati nei ranghi di quei due eserciti.
Sulla persona di Luca Attanasio ha rilasciato una toccante testimonianza all’agenzia di stampa padre Franco Bordignon, missionario saveriano padovano, che dal 1972 opera nella regione del Sud Kivu, oriente della Repubblica democratica del Congo, situato sul versante dell’omonimo lago opposto a quello del Nord Kivu.
“Abbiamo lasciato l’ambasciatore Luca Attanasio ieri dopo la messa, intorno alle 10.30 di mattina. Era una persona squisita, rara da trovare nell’ambiente diplomatico, semplice e accogliente. Quando era qui c’erano persone che neanche si rendevano conto che fosse proprio lui l’ambasciatore”.
Il missionario ricorda che Attanasio, nato 43 anni fa a Saronno e nominato ambasciatore in Congo nel 2017, “era già stato quattro volte a trovarci e l’anno scorso era venuto anche con la moglie e le sue tre figlie piccole”. Un legame forte, quindi, al punto che padre Bordignon dice che “Attanasio era per noi come un fratello” e che la missione “era casa sua”.
Secondo il religioso, “sarà molto difficile capire qual è stato il vero movente di questo attacco tanto numerosi sono i gruppi armati e gli interessi presenti nella regione”. “Speriamo che questo evento triste e drammatico porti a maggiori pressioni per la pacificazione dell’est del Congo”.