Mons. Gianni Ambrosio: “Vengo in mezzo a voi con amicizia”

Intervista al nuovo Amministratore Apostolico. “Un sì ispirato da due parole: Francesco e servizio alla Chiesa” 

Mons. Gianni Ambrosio con Papa Francesco

Il nuovo Amministratore Apostolico della diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, mons. Gianni Ambrosio ha concesso un’intervista esclusiva ai settimanali diocesani. Lo ringraziamo della disponibilità e delle parole che ha voluto indirizzare a tutti i fedeli, e non solo. 

 
Monsignore, lei ha servito la Chiesa, “popolo di Dio”, per tutta la vita e in diverse forme. Oggi il Signore le domanda un impegno pastorale. Come ha accolto la richiesta del Nunzio di assumere l’incarico di Amministratore apostolico?
Prima di tutto ho provato dispiacere per le condizioni di salute del Vescovo Santucci, un caro amico, a cui auguro salute e serenità. Tra l’altro, mi piace ricordare un piccolo episodio. Albareto fa parte della diocesi apuana, mentre le sue frazioni appartengono alla diocesi piacentina. Abbiamo fatto la visita pastorale nello stesso giorno, pregando insieme e poi… gustando gli ottimi funghi della zona. Poi devo confessare la mia grande sorpresa: da pochi mesi avevo concluso il mio servizio pastorale nella cara diocesi di Piacenza-Bobbio. Comunque ho ascoltato le motivazioni che il Nunzio Apostolico mi ha presentato. In particolare sono due le parole che mi hanno spinto a dire il mio sì: Papa Francesco e servizio alla Chiesa.   
 
Mons. Gianni Ambrosio, vescovo emerito di Piacenza-Bobbio, Amministratore apostolico della nostra diocesi

Cosa l’ha sostenuta e guidata nella sua lunga attività pastorale, anche in Europa? Il “pragmatismo”? Il “pastoralismo”? il “carattere”…?

Ho spesso in mente le pagine degli Atti degli Apostoli, in particolare l’affermazione che ricorre spesso: “lo Spirito Santo e noi”. Al di là del nostro impegno, è sempre necessario ricordare che lo Spirito Santo sta all’origine della Chiesa come un principio vitale che la anima misteriosamente, come la sorgente d’una vita sempre rinnovata, sempre nuova. Lo Spirito dà la vita, santifica, sostiene, consola. Lo Spirito mi ha sostenuto e guidato anche attraverso la fede e l’amicizia di tante persone docili allo Spirito. 
      
Conosceva già la diocesi apuana? 
Molto poco. Alcune volte ho celebrato la Messa a Marina di Massa: il parroco, p. Francesco Maria Vanoli, è un carissimo amico. Ogni anno mi ha invitato, dicendomi che lì vi sono molti piacentini; qualche volta sono venuto.   
 
Lei “traghetterà” la diocesi fino all’arrivo del nuovo pastore. Saranno tempi brevi o lunghi?
Più che per “traghettare”, ho accolto la nomina di Papa Francesco come un invito a “servire” la diocesi. Un servizio di amore, camminando per un tratto con la comunità apuana, favorendo la comunione e alimentando la speranza. L’amoris officium è tipico del pastore, diceva sant’Agostino: nei momenti di difficoltà, pascere il gregge del Signore è compito e dovere di amore. Sui tempi lunghi o brevi, non so nulla. Di solito ci vogliono alcuni mesi per la nomina di un vescovo, a cui seguirà l’ordinazione episcopale.
         
Mons. Gianni Ambrosio

Quali sono le prerogative e i limiti dell’Amministratore rispetto all’Ordinario?

Semplificando molto, si può dire che un vescovo nominato amministratore apostolico ha gli stessi compiti e gli stessi doveri di un vescovo diocesano. Deve però ricordare che opera in quella comunità ecclesiale per breve tempo e trarne le conseguenze, peraltro previste dalla normativa canonica.  
 
Quando sarà la prima celebrazione ufficiale in Diocesi che sancirà l’inizio del suo mandato apostolico?
Nei primi giorni di febbraio, farò un incontro con i Consultori per vedere cosa fare. Personalmente non ritengo che sia il caso di prevedere una celebrazione apposita. Piuttosto, all’inizio sarò lieto di celebrare la santa Eucaristia nella Cattedrale di Massa, come pure a Carrara e a Pontremoli. Poi vedremo.
     
Una domanda più personale: come è nata la sua vocazione sacerdotale? Cosa si sentirebbe di dire oggi ad un giovane che è alla ricerca di un “senso della vita”?
Certamente l’educazione ricevuta nella mia famiglia ha preparato il terreno. Poi hanno influito alcune figure di bravi sacerdoti. Infine il Signore ha fatto il resto. Ai giovani direi che è bello essere connessi, ascoltare tante cose, sempre “in contatto”, ma sarebbe molto triste se ciò, alla fine, generasse un certo male di vivere, un certo vuoto. Credo che i giovani, anche se a volte increduli, abbiano delle antenne sviluppate nella capacità di sentire l’amore che Dio ha per ognuno di noi. Allora direi ai giovani: sintonizzatevi sull’onda giusta, ascoltate il vostro cuore, fate esperienza di amore verso gli altri e scoprirete che vi è in voi una voce che vi chiama. 
 
Quali parole vuole consegnare in questa “fase di transizione” ai fedeli e a tutti i cittadini della diocesi apuana che a lei guardano con attesa e riconoscente stima?
Innanzi tutto rivolgo un caro saluto a tutti, dai sacerdoti e diaconi ai religiosi e alle religiose, a tutte le donne e a tutti gli uomini di questa comunità. Saluto con stima le autorità civili. Saluto con affetto tutti coloro che stanno soffrendo. Poi rivolgo un invito: lasciamoci illuminare dalla luce che viene dalla fede nel Signore che ci ama, lasciamoci riscaldare dal sole dell’amore di Dio, aiutiamoci a camminare insieme nella carità. Così possiamo avere uno sguardo più gioioso sulla realtà, possiamo far valere la forza della speranza rispetto alla rassegnazione, della fiducia rispetto allo sconforto, della comunione rispetto alla divisione. Con l’aiuto del Signore e confidando nella preghiera di tutti, sono fiducioso che la Chiesa apuana vorrà camminare con amicizia nella luce e nella speranza.    
(Renato Bruschi)