Aulla. Burocrazia e soluzioni che tardano ad arrivare
Ci sono novità per quanto riguarda il ponte di Albiano, ma contraddittorie. Alla notizia positiva dei giorni scorsi dell’inizio dei lavori per la rimozione delle macerie del ponte si affianca, infatti, una inspiegabile incertezza (l’evento catastrofico ebbe luogo l’ormai lontano 8 aprile di quest’anno) sulla realizzazione o meno delle rampe di accesso alla A15 e, conseguente alle recenti elezioni regionali, il ritardo della nomina di un nuovo commissario straordinario che vada a sostituire Enrico Rossi, che ha passato la mano al nuovo presidente della giunta regionale della Toscana, Eugenio Giani. Ma andiamo per ordine. Suscita molto malumore prima di tutto il fatto che, come viene sottolineato dai residenti, ad oggi non sia stato fatto niente di veramente concreto e risolutivo per affrontare la grave emergenza della circolazione dei veicoli nella zona a seguito del cedimento della struttura.
A farne le spese sono soprattutto gli abitanti di Albiano, ma non solo, che da mesi si trovano calati nel personaggio della volpe che vede l’uva molto vicina (l’altra sponda della Magra) ma non può raggiungerla. Gli albianesi però, e giustamente secondo noi, la stanno prendendo un po’ meno con filosofia e gradirebbero vedere proposte risolutive.
Qualche segno di speranza l’ha portato, appunto, l’inizio dei lavori di rimozione delle macerie, che però, procede a rilento, stante il fatto che le stesse dovrebbero essere riposte in un luogo idoneo e disposte in modo da poter essere ancora utilizzate per successive perizie. Una parte del ritardo, quindi, si può attribuire allo svolgimento dell’inchiesta giudiziaria che non può essere influenzata più di tanto da altri problemi. Per quanto riguarda le rampe, centro di discussione delle prime settimane succedute al crollo, le ultime notizie dividono in due parti l’opinione pubblica e politica. Da una parte chi sostiene che il Consiglio superiore dei lavori pubblici, riunitosi nei giorni scorsi, avrebbe escluso ogni possibilità di realizzarle, mentre la controparte sostiene che avrebbe espresso la sua incompetenza in materia rinviando ogni decisione in merito agli uffici regionali. Questi ultimi non si sarebbero ancora espressi, si pensa, in attesa della nomina del nuovo commissario. Il solito cane che gira in tondo con la coda in bocca! Se si dovesse giungere alla decisione di approntarle, si dice in loco, sarebbe bene che fossero fatte… ieri perché la situazione è pesante in sé e potrebbe diventarla ancora di più con la brutta stagione incombente, che porterebbe a scenari insostenibili, di cui gli abitanti della zona hanno già avuto nei mesi scorsi i primi assaggi. Ci sono poi le restrizioni alla circolazione a causa della pandemia, rispetto alle quali viene di nuovo avanzata la richiesta di un trattamento specifico per gli abitanti della zona che si trovano con un piede in Toscana a l’altro in Liguria: lo chiedono i cittadini ed ha avanzato la richiesta agli organi competenti la stessa amministrazione Valettini.
Infine, la costruzione del nuovo ponte. L’unica cosa certa, per ora, è la data della riunione della Conferenza dei servizi, fissata per il 13 di novembre. In quell’occasione dovrebbero essere definite le prime certezze sulle procedure che porteranno alla costruzione del nuovo manufatto. Le previsioni più rosee parlano di 18/24 mesi, sperando che la celerità nella realizzazione di opere pubbliche di questa importanza non si sia esaurita con il ponte sul Polcevera a Genova. I tempi indicati sarebbero accettabili se non si fossero “persi” tutti questi mesi, ma soprattutto se l’interruzione della viabilità sulla Magra non creasse seri problemi alla sopravvivenza dell’economia della zona, basata sulle aree industriali di Albiano e Ceparana che necessitano di un collegamento celere con la statale della Cisa, ma anche sul giro di affari, in gran parte mutilato dal crollo del ponte, della rete del piccolo commercio di Albiano, solo in parte ristorato dallo stanziamento di 150mila euro operato dalla Regione Toscana a fine agosto su istanza di Giacomo Bugliani. Del libro dei sogni sembrano far parte anche un eventuale ponte Bailey e il casello sulla A12. Il primo sembrerebbe impossibile per la lunghezza dell’attraversamento: quasi 300 metri, mentre sui nostri fiumi non si dovrebbero superare i 200. Quanto al secondo, avrebbe l’utilità di decongestionare dal traffico pesante l’unica via di accesso alla zona, cioè la (precaria) provinciale della Ripa e, un domani, quando il ponte sarà ricostruito, la viabilità di Albiano e l’innesto con la Cisa a Bettola. a.r.