Divelto nella notte un paletto di protezione al marciapiedi davanti al Duomo
I Carabinieri e la Polizia Municipale di Pontremoli stanno indagando sul deprecabile atto vandalico che ha turbato la notte tra sabato e domenica scorsi nel centro storico: alcuni giovani, poco prima delle 3, hanno pensato bene di sfogarsi con una delle colonnine che in piazza del Duomo delimitano il marciapiedi dalla sede stradale della piazza proprio a ridosso dell’entrata della concattedrale. Non solo il paletto è stato divelto a forza di braccia, ma il gruppo ha anche rotto alcune bottiglie di vetro seminando i cocci tutto intorno. Ad accorgersene sono stati i primi fedeli che sono accorsi per la celebrazione della prima S. Messa del mattino di domenica. In piazza del Duomo non ci sono telecamere di sorveglianza, ma a quanto pare il gruppo sarebbe stato fotografato da alcuni presenti e le immagini scattate con un telefonino sono all’esame per le indagini che stanno cercando di risalire ai responsabili per i quali potrebbe scattare una denuncia per danneggiamenti e altri reati connessi.
Un atto che è il fatto più evidente del disagio che si vive in questa zona del centro storico soprattutto nei fine settimana. Non è un caso, infatti, che in quello precedente – nella notte tra sabato 12 e domenica 13 settembre – una pattuglia dei Carabinieri abbia sostato a lungo in piazza della Repubblica per calmare gli animi tra i tanti giovani che nonostante l’ora erano ancora presenti, alcuni in evidente stato di alterazione. Per alcuni di loro sarebbero anche scattati provvedimenti da parte delle forze dell’ordine. Quanto accade ormai praticamente in ogni week end nel centro di Pontremoli non ha più niente a che fare con il divertimento e la spensieratezza o con il passare qualche ora con gli amici, ma assomiglia sempre di più al volersi immergere in uno spazio e in tempo dove non ci sono regole da rispettare, dove si può superare ogni limite, con rumori e schiamazzi fino ad ore impensate e resti di bivacchi (bicchieri e bottiglie spesso in pezzi sparse in ogni dove, ma non solo…), che poi qualcuno – siano il personale dei bar o quello del Comune – deve raccogliere. A questo si aggiunge che praticamente nessuno rispetta né il distanziamento né l’obbligo di indossare la mascherina e questo, oltre ad essere una grave mancanza di rispetto, quando c’è in ballo la salute diventa un comportamento colpevole. Eppure sembra che contro questa “mala Movida”, che ormai alberga da lunghi mesi e che solo il lockdown di primavera aveva fermato, ben pochi siano interessati ad intervenire. Ripetiamo la domanda già posta in passato: forse si aspetta che accada l’irreparabile? (p. biss.)