Paesi di Lunigiana: Grondola

Panorama di Grondola da Pra’ del Prete
Panorama di Grondola da Pra’ del Prete

Grondola era un’ampia fortezza che si allargava dal Verde verso la Magra, dominando non solo i valichi e le vie del Verde, ma anche il valico e la via di Montebardone. E’ lo storico Manfredo Giuliani a descrivere quanto siano stati importanti Grondola e il suo castello nel Medioevo, quando erano al centro delle lotte tra Parma e Piacenza, il libero comune antifeudale di Pontremoli e i Malaspina, ultimi discendenti degli Obertenghi.

Quel che resta dell’antica torre spunta dal bosco che l’ha avvolta
Quel che resta dell’antica torre spunta dal bosco che l’ha avvolta

Una fortezza montana di grande rilievo militare, con una lunga serie di fortificazioni sparse nel territorio che andavano a completare la forza del castrum centrale, quella torre che ancora oggi, a distanza di almeno otto secoli, spunta dal bosco non lontano dal paese. Qui convergevano l’antica via del Borgallo e quella del Brattello; ma da qui in breve si poteva arrivare a Montebardone, cioè al valico della Cisa.

Un portale risalente al Medioevo con un grande arco monolitico. Forse l’ingresso ad un antico ospitale.
Un portale risalente al Medioevo con un grande arco monolitico. Forse l’ingresso ad un antico ospitale.

Se, come ebbe modo di dire l’imperatore Federico II, all’inizio del XIII secolo Pontremoli era “chiave e porta” dell’Appennino, Grondola doveva esserne il baluardo. Perché quando Pontremoli non aveva il dominio su quel sistema di fortificazioni era ben più esposta e il controllo delle strade molto meno efficace!
Sono passati secoli dagli anni delle lunghe dispute per il possesso di Grondola, ma nel paese a mezza costa sopra la valle del Verde sulla strada del Brattello sono ancora visibili alcune tracce di quell’epoca lontana; alcuni portali ci riportano indietro di oltre mezzo millennio, alcuni anche oltre.

E’ il caso del grande arco monolitico, ricavato da un unico blocco di arenaria, databile al XIV-XV secolo, forse ingresso di un antico ospitale. Poi quell’architrave con povere ma chiare decorazioni con simboli cristologici e altri non definiti ma testimoni di un tempo nel quale si costruivano gli edifici con malta povera e calce divenuta sì friabile ma resistente al tempo che passa.

Il gruppo ligneo dell’Annunciazione, venerata nel santuario di Montemese che ha origini antiche, già censito negli estimi del 1470-71
Il gruppo ligneo dell’Annunciazione, venerata nel santuario di Montemese che ha origini antiche, già censito negli estimi del 1470-71

E infine il castello, quella torre sulla rupe a picco sul torrente, un tempo lontano oggetto del desiderio di tanti, oggi quasi completamente conquistata dal bosco e che avrebbe meritato ben altra attenzione. 
Ma non si può dimenticare la chiesa, erede moderna di quella cappella “de Grondula” citata nelle decime della fine del Duecento e dipendente dalla Pieve di Vignola. Non comune la sua intitolazione a San Nicomede, martire cristiano a Roma nell’anno 90: la chiesa più antica a lui dedicata nell’Italia settentrionale si trova a poche decine di chilometri da Grondola, non lontano da Salsomaggiore e non sembra un caso che due delle poche chiese intitolate ad un martire del I secolo si trovino lungo la stessa direttrice viaria.
Quella a San Nicomede non è tuttavia l’unica devozione: in paese si venera la Madonna di Montemese, dal nome della località non lontano dall’abitato dove sorge l’oratorio dedicato alla SS. Annunziata e del quale si ha notizia già negli anni Settanta del Quattrocento. Il gruppo scultoreo che in esso si conserva ogni anno viene trasferito nella chiesa parrocchiale per la festa nell’ultima domenica del mese di luglio.

La costruzione del nuovo campanile

30Grondola0l 22 luglio 1904 il vecchio campanile addossato alla chiesa di Grondola venne colpito da un fulmine. I danni apparvero subito gravi: tutta la parte sommitale con la guglia e la cella campanaria era infatti stata danneggiata irreparabilmente e dovette essere abbattuta, come si vede nella foto a destra dove dietro la base del nuovo campanile in costruzione si osserva quel che resta del vecchio, privato della parte pericolante.
Nell’estate 1909 iniziarono i lavori di costruzione della nuova torre campanaria, qualche metro staccata dalla chiesa dove si osserva ancora oggi. Promotore dell’iniziativa fu il parroco, don Luigi Castellotti, mentre della realizzazione vennero incaricate due squadre.
La prima, costituita dagli scalpellini Giovanni Bocchi di Grondola, Luigi Angella di Mignegno e Antonio Angella di Pontremoli, doveva realizzare le pietre scolpite.
La seconda, con i muratori Valentino Musetti, Luigi Marioni, Lorenzo Rosi e Raffaele Cardinali – tutti di Grondola – si sarebbe occupata della costruzione vera e propria su progetto del pontremolese Narciso Sartori.
Per completare l’opera servirono circa tre anni e un investimento importante per la comunità, alla quale vennero in aiuto anche i tanti emigranti sparsi per il mondo che inviarono offerte di denaro.

 

Portale datato 1865 con un bassorilievo marmoreo raffigurante il Toson d’Oro
Portale datato 1865 con un bassorilievo marmoreo raffigurante il Toson d’Oro

Tra i paesi della montagna pontremolese Grondola è forse quello dove continua a vivere una comunità numerosa, anche se sono lontani gli anni nei quali era affollato, come all’inizio del Novecento quando qui vivevano 427 persone come risulta dal censimento del 1901.
Anche da Grondola sono partiti in tanti: verso l’America del Sud (Uruguay e Argentina soprattutto), già nell’Ottocento, verso l’Inghilterra nel secolo scorso. Per lunghi anni i legami sono stati forti e se non potevano tornare, i figli più lontani non facevano mancare il proprio sostegno al paese, come accadde nel 1909 in occasione della costruzione del nuovo campanile.
Ma Grondola può esibire un piccolo vanto: ancora oggi che delle generazioni di chi è partito sono rimasti in pochi continuano le frequentazioni dei giovani, soprattutto da Londra e dintorni. Non a caso il paese è noto perché qui si parla più l’inglese dell’italiano.

(Paolo Bissoli)

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