
Come già anticipato dal nostro settimanale, dopo i vari restauri che hanno riportato all’antico splendore il nobile, austero palazzo del conte Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, il 18 giugno scorso, si sono riaperte, dopo due secoli, le porte per il pubblico.
Recanati, dove il “padre” de “L’Infinito” nacque il 29 giugno 1798, si è riempita dei tanti appassionati del grande poeta. Anzi il maggior poeta, così lo definiscono gli esperti, dell’Ottocento e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del romanticismo letterario. La profondità della sua riflessione sull’esistenza e sulla condizione umana, di ispirazione sensista e materialista, ne fa anche un filosofo di spessore.
“Ove abitai fanciullo” è un percorso che permette ai visitatori, con prenotazione d’obbligo, di accedere alle stanze private del Leopardi, rimaste chiuse da quando il poeta lasciò definitivamente Recanati, nel 1830. Una location insolita con lo scalone principale del “paterno ostello”, i saloni di rappresentanza, la galleria con la ricca collezione di opere d’arte, il giardino che ispirò a Giacomo, gli immortali versi de “ Le Ricordanze”. Grande l’emozione della contessa Olimpia, discendente del Casato, nell’accompagnare gli ospiti nelle stanze dette “ brecce”, dove un giovanissimo Leopardi, insieme ai fratelli, soprattutto, Carlo e Paolina più vicini a lui per età, vi trascorse la giovinezza, fra “ le sudate carte” della grande, importante biblioteca di famiglia, osservando la tenerezza dell’immagine lunare e le “vaghe stelle dell’Orsa”.
L’inaugurazione dei tanti restauri, con la conseguente apertura al pubblico, ha detto il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, sono un segno importantissimo per la ripartenza di tutta la Regione, dopo la forzata clausura coronavirus. Una luce che ridà speranza permettendoci di guardare al futuro in modo più sereno. Un itinerario per non scordare la meditazione leopardiana.
Contemplazione e meditazione desolata e pietosa della condizione umana, l’accorato rimpianto dell’età dei sogni e la coraggiosa accettazione del vero. Eppoi ancora lo spirito combattivo e polemico, la vigorosa affermazione della dignità umana ed il solenne messaggio finale di solidarietà. Insomma un motivo in più per passare un po’ di tempo estivo nel nostro Paese. Che mai finisce di stupirci. Anche grazie alla lirica intramontabile di Giacomo Leopardi. (I. F.)