In Lunigiana si riscontrano i primi risultati positivi dalle misure di contenimento

Mentre sono saliti a circa 40 i decessi nelle Rsa, soprattutto di Pontremoli, Bagnone e Fivizzano

coronavirus case riposoI dati sono quelli di venerdì 24 aprile, ma sono sufficientemente aggiornati per disegnare un quadro drammatico: in Lunigiana sono già 38 gli ospiti delle Case di Riposo e delle Residenze Sanitarie Assistenziali ad aver perso la vita a causa del contagio. Un dato che evidenzia come il virus sia penetrato all’interno di alcune delle 20 strutture residenziali socio sanitarie presenti nel nostro comprensorio che ospitano in totale quasi 800 persone. Il Covid-19 è entrato e ha circolato, diffondendosi tra gli ospiti come dimostrano le positività registrate sia dai tamponi (86 positivi su 785 effettuati) che dai test sierologici (59 su 596). Uno su dieci, in media; ma con situazioni molto diverse da struttura a struttura. Minore, ma sempre rilevante, la percentuale di positività tra il personale, circa il 7%. Difficile dire chi abbia portato all’interno delle strutture il virus e chi abbia infettato chi; certe sono invece le conseguenze, con quei quasi quaranta decessi, venti dei quali avvenuti in ospedale dove gli anziani erano stati ricoverati, mentre in 18 casi le persone si sono spente all’interno delle strutture stesse dove i pazienti erano rimasti nonostante l’infezione in atto. Ma, come si accennava, i decessi non sono distribuiti in modo omogeneo in Lunigiana, anzi i dati mostrano come siano concentrati tra Pontremoli, Bagnone e Fivizzano. Il numero maggiore di decessi si è registrato proprio all’ombra del Campanone: alla data del 24 aprile sono 17 gli ospiti deceduti, 12 dei quali nelle due strutture del “Galli Bonaventuri” e 5 nel Pensionato “Cabrini”. Nella RSA “Villa Angela” di Bagnone sono stati 14, mentre Fivizzano ne conta 7: 5 alla “Fontana d’Oro” di Mommio e 2 nella RSA presente nel capoluogo. Come dire che, al momento, nelle altre quattordici strutture lunigianesi non ci sarebbero stati decessi da imputare al virus. Se così fosse, qui le misure di prevenzione e contenimento avrebbero funzionato meglio che altrove. Dall’inizio dell’emergenza ASL e Società della Salute hanno messo in atto una strategia di contenimento che nelle ultime settimane sembra aver dato i primi risultati positivi: divisione delle strutture tra Covid e NoCovid sulla base della presenza o meno di casi di infezione concentrando i pazienti positivi. E poi la presa in carico di alcune delle strutture stesse (Pensionato Cabrini, RSA Villa Angela, RSA Fontana d’Oro) con il subentro nella gestione e, in alcuni casi, con l’invio di proprio personale. Per quel che riguarda il bilancio definitivo, questo si potrà stendere solo al termine dell’emergenza, dunque tra qualche settimana. Ma già ora non si può non riflettere su un modello di organizzazione e di gestione che si è dimostrato permeabile ad una epidemia che ha spento la vita di persone sì anziane, ma che rappresentavano comunque una preziosa risorsa umana della nostra società. Con il dolore dei familiari e con il rammarico di tutti per averle perse.

Paolo Bissoli

Ad inizio settimana le vittime erano già 117 nella nostra Provincia. In rapporto alla popolazione alte percentuali di decessi a Mulazzo (0,38%), a Pontremoli (0,25) e Fivizzano (0,21)

Coronavirus: 504 casi ogni 100mila abitanti, numeri da provincia del Nord

A due mesi dall’inizio del contagio e mentre si guarda con speranza al futuro, anche in terra apuana proviamo a mettere un po’ d’ordine nei numeri diffusi dall’autorità sanitaria. E magari cerchiamo anche qualche spunto di riflessione. Il primo è che, nonostante la geografia collochi la provincia di Massa Carrara a sud degli Appennini e che la stessa faccia parte a tutti gli effetti della Toscana, l’epidemia sembra aver spostato i confini a sud, traslocando il territorio apuano nel cuore del Nord Italia. Questo perché i numeri del contagio sono tipici delle province emiliane e lombarde! I dati dell’inizio di questa settimana segnalano per la nostra provincia già 117 persone decedute su un totale di 914 persone contagiate: la percentuale è del 12,8%, di poco inferiore alla media nazionale (13,53%) ma ben al di sopra di quanto avviene in Toscana, dove la mortalità media è dell’8,6%! I contagi in provincia sono 504 ogni 100mila abitanti, cioè lo 0,504%; un dato che ci posiziona al fianco di alcune province della Lombardia come Monza (0,517) e Como (0,513) e poco dietro Milano (0,570). Se guardiamo più ad ovest, la provincia di Torino è allo 0,545%, mentre più vicino a noi siamo a livello di Modena (0,507) e Genova (0,528) mentre i “cugini” della Spezia stanno molto meglio con “appena” lo 0,375%. Ad epidemia finita gli esperti dovranno spiegarci perché, con motivazioni che vadano ben al di là di quelle che ciascuno di noi, senza analisi se non quelle dettate dall’ovvio, può dedurre dalla vicinanza geografica, le frequentazioni, il pendolarismo etc. Sono necessarie riflessioni approfondite, così che, se dovesse esserci una prossima volta, si possa fare meglio. Anche perché ci sono altri dati da prendere in esame, visto che quello dei contagiati è un numero dal valore un po’ troppo incerto: quanti contagiati ci sono o ci sono stati che non sono emersi per mancanza di tamponi? quante persone si sono gestite la malattia tra le mura di casa potendo contare sulla sola assistenza telefonica del medico di famiglia e che non hanno mai visto un tampone?. Un dato più attendibile è, purtroppo, quello dei decessi: è vero che ce ne potranno essere un certo numero dovuti al Covid-19 e sfuggite alla statistica, ma già quelli che sono stati “contabilizzati” bastano a dare un’idea della situazione. Si vede come i 18 decessi per coronavirus a Pontremoli siano un’enormità: valgono lo 0,25%! E che dire dei 9 di Mulazzo che arrivano ad incidere sulla popolazione addirittura per lo 0,38%? Non va meglio nella Lunigiana orientale: Fivizzano piange 16 persone, lo 0,21%. Sempre molto di più della media toscana. Numeri che se confrontati con i 30 decessi di Massa (0,04%) e i 19 di Carrara (0,03%) svelano come per il futuro occorrerà guardare con occhi diversi alla Lunigiana. (p. biss)