Fratres: tornare a donare sangue per andare oltre la paura

L’appello dei presidenti dei vari gruppi lunigianesi. Appuntamento l’8 maggio con il “Plasma Day”

Luca Marchi, presidente della Fratres di Mulazzo che dona al centro trasfusionale di Pontremoli anche in periodo di Coronavirus
Luca Marchi, presidente della Fratres di Mulazzo che dona al centro trasfusionale di Pontremoli anche in periodo di Coronavirus

“Serve una fase 2 anche per la donazione di sangue. Abbiamo passato un periodo molto difficile, a causa del Coronavirus, molti donatori preoccupati non hanno più frequentato i Centri Trasfusionali, la paura ha portato ad un calo delle donazioni specie nella prima settimana del mese di marzo”. Così riflette Alberto Albericci, presidente provinciale dei Fratres di Massa Carrara, il quale sottolinea le difficoltà sia a livello locale che a livello nazionale per la donazione di sangue legate alla pandemia Covid-19. Una problematicità in parte mitigata da una forte campagna di sensibilizzazione messa in campo a livello nazionale, ma che non basta visto che “ogni giorno in Italia, oltre 1800 pazienti necessitano di terapie basate sul sangue. Questo rende necessario – sottolinea Albericci – l’inizio di una seconda fase basata sulla prenotazione e accurata programmazione dell’attività di chiamata donatori per le donazioni di sangue e plasma, al fine di consentire il rigoroso rispetto delle misure di accesso e di distanziamento sociale”. Un concetto che trova la sua applicazione anche nella realtà lunigianese con i presidenti dei vari gruppi Fratres che si stanno attivando per chiamare a raccolta i donatori “stiamo facendo squadra – sottolinea Armando Mastroviti presidente dei Fratres Pontremoli – assieme agli altri presidenti (Luca Marchi, Mulazzo, Sabrina Zara, Villafranca, Ilenia Zoppi, Filattiera, Stefania Ferrari, Zeri e Rita Beccari, Bagnone) per aiutare i nostri donatori a combattere la paura e a tornare a compiere questo prezioso atto di altruismo”.

Donatori Fratres e alcuni medici dell'Ospedale al centro trasfusionale Pontremoli
Foto d’archivio dei Donatori Fratres e alcuni medici dell’Ospedale al centro trasfusionale Pontremoli

Perché, come sostiene Mastroviti, “si opera in assoluta sicurezza”. Ci si reca al centro trasfusionale dell’ospedale di Pontremoli (meglio se prenotando allo 0187.462206), all’ingresso viene misurata la febbre e poi si può accedere al centro trasfusionale dove vengono applicate tutte le procedure di sicurezza (in questa fase si è proceduto a togliere una delle tre poltrone solitamente utilizzabili per garantire la distanza) e poi viene sanificato l’ambiente una volta terminata la procedura. Mastroviti ricorda che è consentito il passaggio da un comune ad un altro per chi va a donare “e viene anche rilasciato un documento che certifica l’avvenuta donazione, in caso di future contestazioni”. Ma inevitabilmente questa fase sta pesando anche sul numero delle donazioni “a marzo abbiamo tenuto abbastanza, sia pure con un lieve calo. Ma purtroppo ad aprile abbiamo pagato un prezzo più alto. Anche se, in mezzo a tutte queste problematiche, si segnalano anche notizie positive come l’arrivo di nuovi donatori stimolati anche dall’emergenza sanitaria nazionale”. Ora la speranza è di invertire la rotta già dal mese di maggio “anche perché c’è allo studio un metodo di cura per il coronavirus con il plasma. In quest’ottica la donazione diviene quindi doppiamente importante”. E quindi Albericci, Mastroviti e tutti i presidenti Fratres invitano i donatori (vecchi e possibilmente tanti nuovi) a partecipare al “Plasma Day” al centro trasfusionale dell’ospedale di Pontremoli, venerdì 8 maggio dalle 8 alle 17. (r.s.)

La generosità “dell’esercito” del volontariato lunigianese

Il bisogno di sangue è costante, lo sanno bene i nostri donatori appartenenti alle Associazioni di donatori che siano Fratres o Avis. “Il valere ed il volere operare il bene” è essenza del volontariato che, nel clima difficile in cui ci troviamo, è pronto a schierare il “suo” esercito intessuto di valori, senza colori né confini, perché capaci di porre al centro la dignità della persona. La storia del volontariato lunigianese ha radici lontane e coriacee ed è storia di solidarietà, sussidiarietà e di attiva partecipazione civica. Le necessità trasfusionali, avvertono gli esperti, crescono di anno in anno per cui, nonostante la generosità di chi già dona, si fatica a garantire la disponibilità di sangue per le mille necessità, a partire dagli interventi chirurgici importanti eppoi traumatizzati della strada, trapianti, pazienti sottoposti a chemioterapia… Per cui tutti i nostri presidenti delle locali Associazioni si uniscono per invitare, in primis, le giovani generazioni a “regalarsi” e a regalare un po’ del proprio sangue con la gioia della gratuità senza nulla chiedere in cambio in un mondo dove tutto ha un costo. Siamo certi che in tanti risponderanno “presente” ai pressanti inviti recandosi nel Centro trasfusionale più vicino. Un grosso segnale di speranza, di vita, di futuro e di progresso da parte di chi non dona solo il proprio tempo, ma, in senso letterale, anche il proprio sangue. i.f.