Per i trapianti un altro anno positivo, ma serve ancora informazione

Nel 2019 in Italia sono stati 3.813, ma crescono anche le opposizioni

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Una sala chirurgica in attesa di un’operazione di trapianto

In piena epidemia da nuovo coronavirus non dobbiamo tralasciare altre buone notizie che arrivano dal campo medico; anzi sono proprio queste che, non appena l’emergenza sarà finita, consentiranno di mantenere alto il nostro livello di qualità della vita. Una di queste buone notizie sono i dati relativi ai trapianti effettuati in Italia nel corso del 2019 e diffusi nei giorni scorsi dal Centro Nazionale: si tratta di un appuntamento annuale imprescindibile perché da un lato testimonia i progressi compiuti e il contributo dato alla vita di tanti pazienti, ma dall’altro è un avviso su quanto ancora si debba fare per offrire un contributo che non costa nulla. Il rapporto diffuso testimonia prima di tutto che quello appena trascorso è stato il secondo miglior anno di sempre con un più 2,4%: dunque donazioni e trapianti di organi in Italia sono cresciuti anche nel 2019 così che le liste di attesa hanno continuato a ridursi. A questo dato così positivo se ne contrappone uno di segno opposto: un terzo delle persone che si sono sentite rivolgere la domanda se fosse disponibile alla donazione ha risposto in modo negativo. Un dato in crescita rispetto al 2018 che ha avuto impatto immediato soprattutto nei reparti di rianimazione dove il “no” dei familiari del paziente deceduto è aumentato dell’1,4%: un valore che equivale al mancato trapianto di ben 122 persone.

Lo stand di Aido Lunigiana e Donatori di Sangue Fratres di Pontremoli
Lo stand di Aido Lunigiana e Donatori di Sangue Fratres di Pontremoli

A livello nazionale la media è di 22,8 donatori per milione di popolazione e la regione con il maggior numero di donatori resta la Toscana che ne vanta 49,5 mentre all’altro estremo è la Sicilia con appena 8; bene l’Emilia Romagna cresciuta fino a 37,1. Ma veniamo ai trapianti effettuati in Italia nel corso del 2019: sono stati in totale 3.813, un dato senza dubbio positivo che tuttavia evidenzia una crescita troppo moderata (+1,2%) di quelli da paziente deceduto a causa, come detto, delle opposizioni espresse dai familiari. Bene invece quelli da donatore vivente: 364 in totale possono sembrare pochi rispetto ad altri paesi europei, ma segnano comunque un più 14,5% rispetto al 2018. Per questa tipologia di trapianti il maggior numero è ancora quello di rene (2.137, +0,6%), seguiti da quelli di fegato (1.302, +4,5%); l’aumento più significativo ha invece riguardato il trapianto di polmone (+6,3%, 153 in totale) e quello di cuore (+5,2% con 245 interventi). Ma dove si effettuano con maggior frequenza i trapianti? Tra i 42 ospedali italiani accreditati, il centro più attivo è quello di Torino che nel corso del 2019 ha portato a termine 360 interventi; poi ci sono Padova (335) e Bologna (256); tra le eccellenze si segnala anche questa volta Pisa, primo centro a livello nazionale per il trapianto di fegato con 161 interventi nel 2019. Come si accennava sono diminuite le liste di attesa, che tuttavia restano ancora “affollate”: al 31 dicembre scorso erano 8.615 i pazienti iscritti, tre quarti dei quali attendono il trapianto di rene; la diminuzione più marcata riguarda la lista dei pazienti in attesa di un trapianto di cuore (sono 670, -5,8%), mentre quella che ha fatto registrare l’aumento più significativo è relativa ai pazienti che aspettano il trapianto di fegato (1.031, +6,7%). Infine uno sguardo alle dichiarazioni di volontà: sono quelle che si possono rilasciare ad associazioni come i Gruppi AIDO e che vengono anche richieste ad ogni rinnovo di carta d’identità nei 6.361 Comuni dove è attivo il servizio: in Italia a fine febbraio erano quasi 5,6 milioni le persone che hanno garantito il proprio consenso alla donazione, mentre 1,7 milioni si sono detti contrari. Anche su quest’ultimo bisogna riflettere: come già per le opposizioni all’espianto registrate nei reparti di rianimazione, anche qui si registra come nel Nord le percentuali di “no” sono piuttosto basse (Bolzano solo il 7%, Valle d’Aosta il 18,9%) mentre nel Sud raggiungono livelli alti (Sicilia 42,1, Calabria 40,7%, Campania 40,3%). Tuttavia serve uno sforzo complessivo dato che il 2019 ha visto aumentare in percentuale le opposizioni anche in quasi tutte le regioni settentrionali (+4,1 di no in Liguria, +3,1% in Emilia Romagna, +2,5% in Piemonte).

Paolo Bissoli

Ferdani: contro i “no” aumentare la sensibilizzazione

Qualche timore per i contraccolpi dall’epidemia da coronavirus

Angelo Ferdani
Angelo Ferdani

I dati del 2019 sono positivi, ma non c’è tempo per rilassarsi anche perché l’emergenza sanitaria che l’Italia sta affrontando per l’epidemia da coronavirus è probabile che incida anche nel settore dei trapianti che nell’anno in corso potrebbero subire qualche forma di rallentamento. E in ogni caso bisogna affrontare il problema dei “no” alla donazione che continuano a manifestarsi. Per il presidente dell’Aido Lunigiana, Angelo Ferdani, c’è una sola strada per superare il problema delle opposizioni e far dunque diventare la strada del trapianto una via per dare vita nuova a tanti pazienti che soffrono: la sensibilizzazione. “L’Aido Lunigiana da anni è impegnata in quest’opera – ci spiega il presidente – che tuttavia non deve conoscere pause. Solo facendo crescere una vera cultura della donazione potremo raggiungere l’obiettivo. Ecco perché, pur tra non poche difficoltà, continuiamo la nostra attività nelle scuole del territorio”. Ferdani si riferisce al “Progetto Donazione” che ha superato i venti anni di svolgimento, ma ci sono anche iniziative per così dire “istituzionali” in vista. Il prossimo mese di aprile dovrebbe vedere la riorganizzazione del Comitato Provinciale dell’Aido, da tempo non più funzionante. In proposito sarà convocata l’assemblea dei delegati di tutti i gruppi operanti nel territorio della provincia di Massa Carrara che provvederanno ad eleggere il consiglio direttivo provinciale che, dalla Lunigiana, opererà quale referente dell’organizzazione regionale. (p. biss.)