La Chiesa dedica il 2 novembre alla commemorazione e alla preghiera per i defunti. Per il cristiano la morte è in attesa dell’incontro nella vita eterna, ma già in tutte le società antiche – dagli Egizi, agli Etruschi, ai Greci fino ai Romani è presente il culto dei morti.
Il culto dei morti è presente in tutte le società umane e segna l’evoluzione da uno stato di “umane belve” alla civiltà insieme alla religione, alle istituzioni del matrimonio e della giustizia: ce lo ricorda Foscolo nel grande carme Dei Sepolcri.
I vivi parlano col “cenere muto” in continuità di affetti, per il cristiano in attesa dell’incontro nella vita eterna. La Chiesa dedica il 2 novembre alla commemorazione e alla preghiera per i defunti.
Le immagini di sepolcri creati da grandi artisti.
Il sarcofago degli sposi conservato al Museo di villa Giulia a Roma e ritrovato a Cerveteri è un capolavoro dell’arte etrusca del VI secolo a.C. Gli Etruschi ebbero un forte culto dell’oltretomba, molte statue rappresentano scene di banchetto funebre con coppia di marito e moglie semisdraiati sul triclinio.
Gli Egizi seppellirono i faraoni nelle Piramidi, meraviglia del mondo antico. Sculture, pitture su vasi greci e romani hanno scene e simboli che sono richiamati nell’arte funeraria cristiana già nelle catacombe.
Nella cattedrale di San Martino a Lucca di Jacopo della Quercia è collocato il Monumento funebre della giovane moglie di Paolo Guinigi Ilaria del Carretto, morta di parto nel dicembre 1405. Autonomo nello spazio, senza contorno di figure piangenti o allegoriche, solo sui fianchi dieci amorini tipici dell’iconografia antica. Di ineffabile bellezza è la figura giacente, è morta ma sembra viva, distesa in un dolcissimo sonno, è come inserita in un’atmosfera intima a cui partecipa anche il cagnolino accovacciato ai suoi piedi, simbolo della fedeltà coniugale. Vederla è entrare in un silenzioso stupore.
Nella chiesa di San Frediano a Lucca è conservato il corpo incorrotto di Santa Zita Vergine (1218-1278) con ascendenze dal nostro paese Succisa.
A Pistoia l’Ospedale del Ceppo ha un portico ornato di un fregio in terracotta policroma invetriata di Giovanni della Robbia e Santi Buglioli realizzata nel 1525-26 con soggetto le sette opere di Misericordia tra cui Seppellire i morti.
Antonio Canova (1757-1822) grande scultore del Neoclassicismo ha creato vari monumenti funebri di alto valore artistico.
A Roma, in Basilica di San Pietro è collocato il Monumento funerario di Clemente XIV: in alto il papa in trono e benedicente, in basso due statue che rappresentano la Mansuetudine e la Temperanza; suona come un monito religioso la porta aperta sul buio, la stessa che troviamo nel Monumento funerario a Clemente XIII sempre in San Pietro, le due figure ai lati del sarcofago sono la Speranza e la Carità, sovrasta imponente il papa inginocchiato.
Ancora la porta sul buio nel Monumento funerario di Maria Cristina d’Austria a Vienna nella chiesa di Sant’Agostino, ma qui sono sulla soglia la Pietà che guida la bambina e il vecchio cieco e la Virtù col vaso delle ceneri.
Nella chiesa di Santa Croce a Firenze di Canova è il Monumento funerario di Vittorio Alfieri ornato di festoni, dominante la figura dell’Italia piangente, afflitta dalla tirannide contrastata dal grande tragediografo.
Maria Luisa Simoncelli