Sabato scorso il pellegrinaggio a Montenero guidato dal Vescovo Giovanni: “Siamo venuti per chiedere la nostra conversione”
Il breve percorso a piedi che va dal parcheggio dei pullman, dove si sono ritrovati quanti hanno risposto all’annuale invito della diocesi, al santuario di Montenero (Livorno) ha reso anche fisicamente l’idea del pellegrinaggio ai piedi della Madonna delle grazie, scandito dalla preghiera mariana per eccellenza: il santo rosario.
Guidati dal Vescovo, mons. Giovani Santucci, e dai sacerdoti, i fedeli presenti (provenienti soprattutto dalle parrocchie della zona di costa e aumentati man mano di numero, fino a riempire, al momento della Messa, il piazzale del sagrato) si sono così avviati verso il santuario per partecipare alla celebrazione con la quale, da qualche anno, la diocesi affida alla madre di Dio l’anno pastorale che proprio in questi giorni sta iniziando con l’avvio delle diverse iniziative.
Giunti al santuario, nell’attesa dell’inizio della S. Messa, alcuni sacerdoti si sono messi a disposizione dei fedeli per le confessioni. Ha presieduto l’Eucaristia il Vescovo, affiancato dall’emerito mons. Eugenio Binini, dal vicario generale don Cesare Benedetti, da diversi sacerdoti e assistito da alcuni diaconi. In aperura di omelia, il vescovo ha ribadito la motivazione di questo gesto di devozione filiale che annualmente la diocesi compie nei confronti della patrona della Toscana: “Offrire al Signore, con l’intercessione di Maria, la Madre delle grazie, l’anno pastorale che iniziamo”.
Riferendosi, poi, al brano di vangelo proclamato dal diacono – l’acqua trasformata in vino alle nozze di Cana di Galilea – ha sottolineato “l’attenzione, la prudenza e la forza di Maria”, che induce Gesù a compiere un miracolo significativo perché ad esso collaborano anche i servi della casa. Allo stesso modo, ha proseguito mons. Santucci, “anche noi siamo venuti a Montenero per chiedere un miracolo e ci rivolgiamo a Maria perché lo chieda per noi a suo Figlio. Siamo venuti per chiedere la nostra conversione”.
“Siamo cristiani da sempre, ha ricordato il Vescovo, la nostra terra è testimone della nostra fede con le sue pievi e le sue chiese che segnano e abbelliscono i nostri paesi”; e allora verso cosa dobbiamo convertire il nostro cammino spirituale? Cosa possiamo fare? “Fate quello che lui vi dirà! Ascoltiamo allora il Signore. Prendiamo la sua parola come guida, semplicemente, senza aggiungere del nostro, senza difenderci da ciò che ci dice”.
I servi non obiettano alla richiesta di Gesù e fanno quanto vien loro comandato “e lo fanno bene, riempiono le anfore fino all’orlo. Così facendo rendono possibile il miracolo di Gesù. Il miracolo lo compie Gesù, i servi, però, lo rendono possibile. È quanto vogliamo fare anche noi, oggi, in questo luogo santo. Fate quello che lui vi dirà!”.
“La scelta della povertà, il perdono, l’umiltà, il farsi servi dei fratelli” sono scelte personali che ognuno deve compiere per vivere la propria vocazione. Poi, l’invito ad essere testimoni, missionari, annunciatori della Parola: “Amiamo la vita e desideriamo farla bella intorno a noi. Per questo siamo generosi nella partecipazione alla vita della comunità”.
Due sono gli obiettivi principali proposti quest’anno alla nostra Chiesa diocesana: una riflessione approfondita su e con i giovani dopo il Sinodo e la Giornata mondiale di Panama e l’avvio delle Unità pastorali a seguito di una rilettura del territorio in ordine ai servizi che come Chiesa vogliamo offrire alla nostra gente. “Ecco il passare dall’io al noi che mi sembra quanto il Signore ci chiede con forza. Ecco, qui, a Montenero, chiediamo a Maria di ottenerci da Gesù il miracolo di cambiare i nostri cuori”.
(a.r.)