Governo tra liti e voti di fiducia

3201editorialeGli alleati di governo non sono d’accordo su nulla, ma non c’è da preoccuparsi (si fa per dire): il governo non cadrà. Almeno fino a quando Salvini, dopo essere riuscito a raccogliere il massimo di utile possibile sul piano del consenso e sul piano elettorale, non deciderà che sarà giunto il momento di staccare la spina. Le contraddizioni sono tante, ma è evidente che oggi l’unico protagonista della scena politica è il vicepremier della Lega. Si può permettere di tutto, anche di fare il disk jockey e di imbastire sulla spiaggia l’Inno di Mameli.
Le opposizioni sono, al momento e non si sa per quanto, inconsistenti. Ha perso quasi totalmente rilevanza il M5S che pure ha un numero spropositato di deputati e senatori. Le tante sconfitte su temi cari al Movimento non si contano più. È, di fatto, diventato la ruota di scorta della Lega.
Il decreto bis sulla cosiddetta sicurezza ne è una prova ulteriore. Un decreto lontano dal sentire dei cinque stelle, sul quale si è chiesta la fiducia, presentato al Parlamento blindato, senza un relatore e senza alcuna possibilità di discussione. Un decreto che aveva un unico scopo evidente: rendere impossibili i salvataggi in mare da parte delle navi Ong o commerciali, e aumentare i poteri del Viminale, di Salvini.
Ci sono anche altri interventi sull’ordine pubblico, sulle manifestazioni sportive e non, ma hanno rilevanza relativa e sono posti lì per cercare di camuffare in qualche modo le vere intenzioni sull’immigrazione.
Le restrizioni alle Ong sono ormai chiaramente azioni dimostrative e di propaganda visto che proprio nei giorni delle discussioni sul decreto bis che dichiarano chiusi i porti italiani, a Lampedusa sbarcano autonomamente 48 migranti, un’altra cinquantina di sbarca nell’agrigentino, 13 algerini approdano in Sardegna. Sono tutte persone che, a differenza di quelle salvate dalle Ong, non saranno identificate e che andranno a rafforzare il numero dei clandestini.
Dalle testimonianze risulta che si continua a morire in mare e che la guerra ai poveri rende in voti ma non in umanità.
Sul tavolo delle contraddizioni però c’è anche dell’altro, molto altro. C’è una mozione di sfiducia da parte dei 5 Stelle su una decisione del governo (?) sulla Tav, ci sono le trattative con le parti sociali in vista della manovra di bilancio. In un Paese serio le trattative con i sindacati e la confindustria dovrebbero essere svolte dal governo.
Ci si trova invece nella ridicola situazione nella quale si contratta su due tavoli diversi: quello del premier Conte e quello del Viminale, con Salvini. Ci sono due governi? È una chiara provocazione, ma anche in questo caso bisogna ingoiare poiché il vero collante di questo governo è, per il momento, l’attaccamento alle poltrone. Inoltre Salvini sa che, come è accaduto per il decreto bis, ha una sponda di sostegno anche da parte di FdI e di FI.

Giovanni Barbieri