Nel 2018 record di 18 mila visite anche grazie al buon funzionamento dell’ascensore
Sembra quasi appoggiato sulla montagna, come se fosse un gigante silenzioso, lì da sempre pronto a vegliare sopra Pontremoli. Stiamo parlando del Castello del Piagnaro che senza ombra di dubbio è, assieme al Campanone, il simbolo visivo più riconoscibile della città. Ma lo è, non solo per la sua felice collocazione ma anche per quello che vi si trova al suo interno, con lo straordinario “popolo di pietra” conservato nel Museo della Statue Stele (dispiace segnalare che in questo splendido luogo, troppo spesso, vi si trovano delle vetture parcheggiate nel piazzale antistante il Castello, per capirci di fronte alla chiesetta di Sant’Ilario, che in realtà non dovrebbe trovarsi lì). Un museo che, dal 2015, è stato completamente rinnovato è che sta ora vivendo una fase assolutamente positiva. Come dimostra il numero record di presenze con cui si è chiuso il 2018, superando quota 18 mila visitatori. Dimostrazione che il nuovo allestimento multimediale esteticamente minimale ed elegante, con una luce radente che enfatizza il fascino del “popolo di pietra” attrae e seduce i visitatori.
Ovviamente per capire quanto è stato alto livello l’afflusso del 2018 c’è bisogno di confrontarlo con quanto fatto negli anni passati a partire dai 16mila 708 visitatori del 2017, ai 14.635 biglietti staccati nel 2016, per passare poi alle circa 12-13 mila visite che abitualmente si registravano negli anni che hanno preceduto la rivoluzione del nuovo allestimento realizzato dall’architetto Guido Canali. Numeri di ottimo livello quindi per il 2018 (i picchi di presenze, sono da ricercare nei mesi di aprile, maggio, fino al record di agosto con 3mila 544 ingressi totali tra interi, ridotti, residenti e laboratori didattici) che oltre alla rivoluzione interna, ha potuto contare anche su quella nella “viabilità” di accesso con la piena entrata in funzione dell’ascensore che da Porta Parma conduce sino ai piedi del Castello permettendo ai turisti di evitare la faticosa salita del Piagnaro. Un fatto positivo come registra Francesco Bola, guida turistica del gruppo Sigeric “sicuramente sia la nuova esposizione che l’ascensore stanno funzionano bene permettendo al Museo di crescere sia come numeri che come visibilità”. Ed è proprio legata alla necessità di crescere nella visibilità che Bola individua un possibile traguardo in cui migliorare “c’è bisogno di fare più promozione. Perché, fuori dal nostro territorio, non in tanti conoscono il Museo. E invece tutti rimangono esterefatti dopo la visita… ma è possibile che non avessi mai sentito parlare di un Museo tanto bello?”.
Tornando ai numeri è palese la soddisfazione di Angelo Ghiretti, direttore del Museo, che evidenzia come, oltre alla positività dei numeri, ci sia da segnalare anche l’alto tasso di gradimento da parte dei visitatori: “Devo dire che in questi anni dalla riapertura non ho ricevuto lamentele. I turisti concludono la loro visita soddisfatti”. Ma, come più volte ha segnalata il direttore, un museo è una creatura viva e deve modificarsi ed essere sempre pronta a migliorare. E tra queste ci sono alcune ipotesi come quelle di realizzare delle mostre monografiche temporanee, anche perché all’interno del Museo è stato realizzato un magazzino archeologico in cui sono conservati e catalogati vari reperti ritrovati in Lunigiana. “Un modo per rispondere anche alla domanda che tanti visitatori ci pongono: cosa c’è stato prima e cosa c’è stato dopo le Stele. Queste mostre potrebbero dare delle interessanti risposte, specie pensando all’importante nodo di transito che ha rappresentato l’area in epoca romana”. Insomma il Museo sembra volare e l’obiettivo per il 2019 è sorpassare le 20 mila presenze. Certo resta per ora l’amarezza perché l’atteso rilancio di via Garibaldi che doveva giungere da un maggiore transito di persone grazie all’ascensore per ora non c’è stato. è chiaro che il flusso turistico può dare un forte contributo alla rinascita di quest’area della città da tempo in palese stato di abbandono, ma devono essere messe sul piatto azioni che si vadano ad intrecciare con il transito dei visitatori che, altrimenti, rischia di diventare solo una semplice passeggiata nel deserto. (r.s.)