Misericordia di Bagnone: un sodalizio riferimento per la comunità

Nostra intervista al priore della Venerabile Misericordia di Bagnone, Antonio Ballestracci, che è da 25 anni alla guida dell’associazione

Il gruppo dei componenti della Venerabile Misericordia di Bagnone assieme al sindaco Carletto Marconi
Il gruppo dei componenti della Venerabile Misericordia di Bagnone assieme al sindaco Carletto Marconi

La Venerabile Misericordia è un’associazione che, mediante la partecipazione dei cittadini, contribuisce allo sviluppo della collettività per l’affermazione dei valori della solidarietà nei suoi mille risvolti e del progresso sociale. Da una ricerca nazionale risulta, infatti, che chi è impegnato attivamente in una associazione di volontariato ha una marcia in più in termini di collaborazione, di fiducia e di propensione a cooperare per migliorare le condizioni di vita della collettività, quindi dell’intero Paese. L’impegno dei volontari tende al conseguimento di tali nobili scopi, lungi dal clamore e dal protagonismo. La Confraternita di Bagnone è stata fondata nel lontano 1876. Da allora, nel rapido scorrere del tempo, la sua presenza non si è mai interrotta e, giustamente, modificandosi, ha sempre rappresentato, e rappresenta, un forte e chiaro punto di riferimento dell’intera comunità bagnonese. Alla sua guida, da venticinque anni, Antonio Ballestracci dà prova di costante impegno, coriacea testimonianza, passione e competenza. A lui abbiamo rivolto alcune domande inerenti ad una esperienza così lodevole e longeva.

Priore, com’è cambiata la Confraternita in questi ultimi anni?
Sicuramente abbiamo articolato e differenziato numerose attività sempre rivolte alle nuove emergenze e soprattutto alle fasce sociali più fragili, secondo i principi di riservatezza e di discrezione ispirati alla “misericordia”. Più che mai c’è l’esigenza di promuovere valori e di rivolgere attenzione ai molti che si trovano ad affrontare malattie, solitudine, e situazioni di difficoltà economica.

Dal 1994 al 2019: si può parlare di “nozze d’argento” con il mondo del volontariato…
Sia io che mio fratello Sergio (presidente nazionale “Fratres”) abbiamo respirato ed assimilato, in famiglia, la bellezza dei valori cristiani, a partire dalla carità nella logica di Cristo che invita tutti a servire la vita umana per arricchirla. Aumentando la responsabilità aumenta, proporzionalmente, l’impegno richiesto che porta una persona sensibile a sacrificare, con letizia, parte del proprio tempo per offrirla al gruppo di appartenenza.

Come vede il futuro della Confraternita?
La Bibbia dice che c’è un tempo per tutto… Per me sarebbe arrivato quello di passare il testimone. Scemano, con l’età, le energie e cambia anche il modo di vedere le cose. Sinceramente, dentro di me, c’è un po’ di delusione nel senso che la risposta da parte dei giovani è piuttosto scarsa. Per carità, ci sono ragazzi che si danno da fare per eventi e manifestazioni ma mi piacerebbe percorressero, con convinzione e determinazione, il nostro cammino nella consapevolezza che nessun uomo può vivere per sé, come un’isola. L’individualismo è pericoloso perché sfocia, spesso, nell’indifferenza. Un male da estirpare, come ricorda Papa Francesco.

Ultimamente è stato rinnovato il Consiglio direttivo, così composto: priore Antonio Ballestracci , vice Colombo Luciano, amministratore Piero Cortesi, segretario Cesare Zanotto. Consiglieri: Ennio Bussini, Rita Sarselli, Emilio Marginesi, Mariangela Carretti, Rita Beccari. Gli eletti resteranno in carica fino al 2022. Attualmente la Confraternita ha a disposizione sette mezzi, comprese due ambulanze, con cui svolge centinaia di servizi sociosanitari. I volontari hanno l’abilitazione di secondo livello con utilizzo del defibrillatore, il famoso dispositivo salvavita che risolve le anomalie della frequenza cardiaca. La suddetta Confraternita è inserita nel Progetto Regionale per il Servizio Civile dei giovani, momentaneamente sospeso, con la speranza che riparta al più presto. Questo è anche l’augurio di Gaia Ghinetti, responsabile del settore. Dalle parole, quasi commosse, del priore Ballestracci abbiamo capito che diventare “confratelli” comporta sacrifici, ma restituisce serenità e consapevolezza. E la certezza di far parte di una grande famiglia, generosa ed accogliente.

Ivana Fornesi