

Fantasia. Una sola parola per definire un mondo che esercita fascino su tutti e sul bambino, in modo particolar, ha un potere magico. I piccoli fantasticano perché si lasciano andare ad esplorare un mondo tutto loro, dove non esistono la logica e le regole dei grandi. Dove tutto può essere e sparire in un soffio; dove niente è impossibile ed i bambini diventano “onnipotenti” perché, anche nelle situazioni più difficili, il bene trionfa sul male in un finale estremamente rassicurante. Una delle cose che i bimbi amano e che li aiuta a fantasticare in libertà, è quella di farsi raccontare favole o, meglio ancora, vederle rappresentate. Ed allora eccoli, i bimbi, accompagnati da genitori e nonni, pronti ad assistere allo spettacolo interamente dedicato a loro dal titolo “Il brutto anatroccolo”. La fiaba danese di Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta l’11 novembre del 1843, è andata in scena al “Quartieri”, nel pomeriggio di domenica 13 gennaio. I nuclei di significato, contenuti nella fiaba, sono molti e meritano l’attenzione degli adulti. Quello principale è l’esilio della diversità con la conseguente sofferenza. Il piccolo cigno, nato per errore, in una comunità di anatre, è costretto a subire la derisione, lo scherno, le umiliazioni fino all’esilio dalla comunità natia. Viaggerà a lungo, rischiando più volte di morire fino a ritrovarsi, per caso, accolto con affetto, dai suoi simili: i magnifici cigni. Un invito a non tradire mai ciò che siamo, a credere sempre in noi stessi, lungi dal gettare la spugna poiché la vita ha in serbo sempre ulteriori possibilità di riuscita per ciascuno di noi. Nella convinzione che le differenze sono ricchezze che aiutano a fortificarci ed a relazionarci serenamente con tutti. Lo spettacolo, inserito nella rassegna “Un pomeriggio da favola”, è stato proposto con maestria dalla Compagnia di Simona Bucci. La coreografia è curata da Roberto Lori, le parti recitate da Fabio Bacaloni. Ivana Fornesi