

L’Azienda Asl Toscana Nord Ovest continua a distinguersi per la chiara volontà di abbandono del territorio della Lunigiana attraverso il continuo depotenziamento di servizi di sanità ospedaliera e territoriali.
Ogni giorno, purtroppo, emergono scelte aziendali o atteggiamenti dilatori che lasciano interdetti se non addirittura schifati.
1. Dopo le polemiche sulla sospensione degli interventi di artroprotesi programmati si è creato un fortissimo imbarazzo. Il Presidente della Regione Rossi tra interrogazioni regionali e legittime domande direttamente avanzate da tanti cittadini ha provato addirittura a negare che il motivo della sospensione sia quello della mancanza di fondi. Probabilmente però i suoi collaboratori in sanità lo hanno informato molto male e lo espongono oggi ad una nuova doppia brutta figura.
Da una parte, è infatti noto ormai a tutti che quanto vergognosamente avvenuto è stato causato dallo STOP alla fornitura di protesi che è stato imposto dalla farmacia dell’azienda (chiedere per conferma ai responsabili di Massa e Livorno) proprio per esaurimento di budget.
Dall’altra, nel tentativo, pur tardivo, di rimediare alla figuraccia determinatasi per questi disservizi – che va ricordato, hanno penalizzato soprattutto persone anziane – si è scoperto che da qualche giorno alcuni interventi programmati sono ripresi: MA OVVIAMENTE SOLO A MASSA! Cioè secondo la consueta logica che per Firenze e Pisa in Lunigiana siamo cittadini di serie C.
Inaccettabile.

2. Come se non bastasse, e sempre nell’ottica del lento dissanguamento dei servizi, oltre a quanto già denunciato nelle scorse settimane in tema di personale (irrisolti, se non aggravati i problemi in medicina, ortopedia e rianimazione), anche la situazione delle Capo Sala nei plessi ospedalieri lunigianesi, ha raggiunto livelli di emergenzialità assoluta.
A Pontremoli, non c’è la sostituzione per la capo sala del Pronto Soccorso; da Fivizzano, quindi, la Capo Sala del Pronto Soccorso deve dirigere sia il Pet di Aulla che il PS di Pontremoli!
Sempre a Pontremoli, non c’è sostituzione per la Capo Sala di Rianimazione e/o per la Sala Operatoria (un’unica persona è oggi chiamata a coprire tali ruoli e, quando occorre, a garantire la reperibilità in luogo della posizione organizzativa andata in pensione).
Scelta folli che stanno privando la struttura ospedaliera di DUE posti di caposala delicati e strategici (peraltro in temporanea assenza anche della posizione organizzativa, per la cui sostituzione il bando va a rilento), così mettendo in difficoltà nella gestione dei pazienti reparti ed operatori interessati.
A Fivizzano è stata poi tolta la capo sala operatoria ed accorpata alla capo sala dell’area chirurgica che gestisce anche la bassa intensità di cure, 6 letti. In compenso, l’azienda si è inventata (sulla carta) un posto da capo sala degli ambulatori … la cui utilità è dubbia visto che sino ad oggi gli stessi erano gestiti egregiamente dalla caposala dell’area medica e chirurgica.
Inaccettabile.

3. A dir poco ai limiti è anche la situazione, sul territorio, della Prevenzione e della Unità Funzionale di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare.
Ormai da troppo tempo gli addetti fanno letteralmente i salti mortali per garantire alle aziende ed agli utenti privati – ma anche alle strutture pubbliche – servizi efficaci il più possibile a domicilio.
Il problema è che l’azienda sembra essersi dimenticata le originarie promesse di organizzare la decentrata sede di Monti con unità di personale (medici veterinari ed operatori) in grado per numero di servire l’ampio territorio e la vasta rete di utenza lunigianesi, nonché con procedure amministrative e strumentazione funzionali a sopperire alle notevoli difficoltà che si determinano per gli spostamenti a cui sono costretti i fruitori dei servizi.
Nulla invece si sa né dei concorsi banditi da mesi, né di una seria programmazione per la copertura di posti per diverse figure mancanti che siano in grado sopperire, almeno in parte, alle segnalate carenze di personale ed alle connesse emergenze operative che ne derivano.
Un altro brutto atteggiamento che è segnale di menefreghismo o, più probabilmente, anche in questo caso della volontà aziendale di indebolire il sistema nel suo complesso.
Inaccettabile.
Che si tratti di inefficienza del sistema, di incapacità di chi lo guida o, peggio ancora, di scientifica volontà di accentrare sempre di più la fruizione di tutti i servizi dell’Azienda Asl Nord Ovest a scapito delle aree periferiche e montane – quindi in danno delle popolazioni che vi abitano – la situazione non è davvero né più accettabile né più sopportabile!
Regione Toscana deve prendere atto del fallimento del sistema delle Asl giganti e del fallimento di molti modelli organizzativi conseguenti, a partire dalla gestione dell’emergenza-urgenza fino alla gestione della rete ospedaliera e territoriale locale.
L’occasione dell’approvazione del nuovo Piano Integrato Sanitario e Sociale deve segnare un reale cambiamento di queste politiche, oggi troppo lontane dalle persone e dai tanti problemi concreti che sono chiamate ad affrontare ogni giorno anche in un settore come questo dove ogni cosa dovrebbe ben funzionare ed essere a portata di tutti.
Pontremoli 1 dicembre 2018
Jacopo Ferri