
Convegno alla Rosa con il professor Luciano Monti

I borghi, intesi come riscoperta di una nuova dimensione del vivere e di una rinnovata attenzione alla qualità della vita, sono da tempo oggetto di studi e ricerche. Nelle Stanze del teatro della Rosa, venerdì 9 novembre, si è parlato di ‘Impresa culturale e borghi intelligenti 2030’, relatore Luciano Monti, docente LUISS e coordinatore del Comitato scientifico della Fondazione Bruno Visentini. Il Sindaco, Lucia Baracchini, ha fatto riferimento alle positive iniziative in atto nel territorio pontremolese che, seppur spontanee, sono comunque preziose per ‘la custodia e la valorizzazione di un angolo di Comune’. Il professore ha esordito affermando che il suo scopo era dare una visione a partire dalla lettura nel presente di tracce di futuro. Da tale lettura emerge che ‘nel 2030 ci sarà un grande ritorno ai piccoli centri ma soltanto se la gente avrà a disposizione infrastrutture, ad es. la banda larga, e servizi’. Per questo bisogna conservare e poi sviluppare quelli esistenti per essere pronti nel 2030. Si è poi soffermato su 3 scenari che caratterizzeranno il nostro futuro: l’economia del terzo millennio basata su nuove competenze e nuove mansioni: il 46% dei lavori di oggi nel 2030 sarà automatizzato, ma ci saranno comunque nuovi lavori che necessiteranno di forti supporti digitali.Un secondo scenario riguarda la città del futuro, la città diffusa; non ci sarà più la metropoli che abbiamo conosciuto nel ‘900 ma una città nella città con una nuova organizzazione e una nuova edilizia che favorirà anche il superamento del pendolarismo. Infine il ruolo della cultura che consentirà lo sviluppo di un’impresa culturale creativa che punterà anche sulla valorizzazione della memoria e dei beni della comunità. Infatti un borgo intelligente ha un’evidente dimensione storico-artistica. Lo smart village dovrà poi tener conto dei mutamenti climatici, delle varie tipologie di persone e di quelli che ha chiamato immigrati climatici coloro che giungeranno da aree subsahariane e dall’Asia che si stima possano essere, in un futuro molto prossimo, fra i 100 e i 120 milioni. Ha sottolineato l’importanza degli immigrati per l’economia del nostro Paese e la necessità di accoglierne il maggior numero possibile che secondo noi di questi tempi non è proprio l’idea più in voga. Un incontro interessante che potrebbe aprire nuove prospettive per i nostri paesi se davvero Amministrazione e cittadini dimostreranno disponibilità e senso di appartenenza. Fabrizio Rosi