L’aumento del numero di persone esposte alla povertà è anche un danno per l’economia

29povertà02Le figure che contraddistinguono la povertà sono diverse: le più visibili all’occhio appaiono i mendicanti, i senza fissa dimora. Persone così povere che non si riescono neanche a contare in modo chiaro: loro non hanno una residenza, quindi è più difficile trovarli. Il loro numero si può solo stimare ed è un numero crescente: circa 3mila in più di tre anni fa per la fondazione Abbé Pierre.
Poi però ci sono tante altre figure: le madri sole con figli, i giovani working poor – lavoratori che ricevono paghe troppo basse per poter vivere con dignità – i divorziati che non riescono a sostenere le spese, gli immigrati, le famiglie con più di due figli.
La quota complessiva di questo gruppo che invece si può contare è cresciuta costantemente negli ultimi anni. Oggi vivono in uno stato di povertà assoluta circa 4 milioni e mezzo di persone in Italia. Le conseguenze sono forti, innanzitutto per quelle singole persone e per i nuclei familiari che compongono. Chi ha un reddito basso lo impiega nella quota maggiore per la sopravvivenza e a volte deve rinunciare o rimandare qualcosa: lo studio, una visita medica, il cinema, una vacanza.
Così se nell’immediato il problema è trascurare alcuni campanelli d’allarme per la salute oppure limitare le esperienze da vivere, nel futuro le prospettive potrebbero essere peggiori. Le aspettative di crescita e di sviluppo delle persone, di istruzione e di valorizzazione delle loro possibilità vengono mutilate. A pagare lo scotto più alto in questi casi sono i bambini.
Questo, come afferma Emanuele Ranci Ortigosa uno dei maggiori esperti sui temi della povertà, incide non solo sui singoli, ma anche sul sistema economico di un Paese. Lo studioso calcola che con l’aumento della povertà il prodotto interno lordo italiano ha perso tra i 6 e i 7 punti percentuali. Cercare di ridurre la povertà è quindi una sfida importante per i singoli e le famiglie, perché si possano offrire loro opportunità per poter costruire una vita dignitosa, ma anche per un Paese perché l’aumento del reddito di più famiglie porta ad un incremento dei consumi che aiuta soprattutto le imprese locali.
Alcune misure, come l’introduzione del Reddito di inclusione o come servizi per l’inserimento nella rete socio economica del territorio, sono state adottate, ma servono anche i finanziamenti per poter estendere la platea dei cittadini che ne possono usufruire.
Un rapporto Ocse a tale proposito ha suggerito la possibilità di adottare una “patrimoniale” per ridurre le disparità ed evitare di caricare la tassazione solo sui redditi da lavoro.