La giungla delle slot machine

43gioco_slotIl sogno, diceva Freud, è un’allucinazione, ma quando il risveglio coincide con una grossa perdita economica, la realtà appare nella sua crudezza e sofferenza: nel 2016 gli italiani hanno speso l’enorme cifra di 95 miliardi di euro tuffandosi nelle acque melmose nella variegata gamma di “giochi” d’azzardo, dalle slot machine alle scommesse. Una vera e propria giungla, tanto che i dati nazionali suggeriscono agli psicologi di considerare il fenomeno del gioco, trasversale alle età ed al sesso, nell’ottica di un problema di salute pubblica.
L’abuso del gioco, infatti, arriva facilmente a trasformarsi in una dipendenza patologica come quella da alcool o droghe. La metà dei 95 miliardi giocati sono stati divisi fra Awp e Vit (acronimi delle slot machine più note). Sul territorio nazionale, il numero degli apparecchi attivi è di oltre 400 mila.
La regione in cui si è giocato di più è la Lombardia, seguita da Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Toscana, Puglia, Sicilia, Liguria. Per quanto concerne la spesa procapite, la nostra regione si posiziona al quinto posto con circa 898 euro a testa.
Ci sono esercenti, titolari di bar o di altre attività, che avendo assistito a drammi umani quali la perdita dello stipendio in una manciata di minuti, la svendita dell’oro di famiglia, fino ad arrivare a gesti estremi che mettono a rischio la vita del giocatore hanno deciso di rimuovere le slot, rinunciando al grosso guadagno che esse rappresentano a vantaggio della serenità della coscienza.
Gli esperti avvertono che urge rimettere al centro l’educazione dei ragazzi: genitori, docenti, chiunque abbia a cuore il bene dei giovanissimi deve fare lo sforzo di ascoltarli, accogliendo le loro sfide poiché la preziosa “posta in gioco” sono loro.
Lo Stato dovrebbe essere “madre” preoccupandosi di creare i presupposti per i benefici della ripresa economica, per l’aumento dei posti di lavoro e favorendo la solidarietà ai deboli. Un conto è parlare ex cathedra come usano fare i politici, un conto è avere a cuore le problematiche delle persone.
I miliardi provenienti dal comparto gioco d’azzardo potrebbero essere sostituiti optando per altre soluzioni, a partire dai tagli delle vergognose pensioni d’oro e dai vari carrozzoni di spesa pubblica.
I modi di risparmiare si troverebbero e sarebbe sempre meglio che sanare i bilanci stampando e permettendo giochi che danno ai cittadini l’illusione di migliorare le situazioni difficili della quotidianità finendo per calarsi in pantani da cui è difficile risalire.

Ivana Fornesi