
Sempre in difficoltà il settore ed in particolare la Lunigiana segna un calo del 5%
Ripresa? Ancora no, al massimo per l’ edilizia si può parlare di segnali di fine della fase recessiva, ma la ripresa ancora non c’è. Sembra questo il quadro che emerge dai dati 2016 della Camera di Commercio di Massa Carrara per quel settore che, storicamente, svolge il ruolo di “termometro” dell’economia complessiva, visto che spesso il buono o cattivo andamento dell’economia generale e dell’ edilizia sono complementari stimolandosi o annullandosi a vicenda. Secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio, nel 2016 risulta persistere lo stato di difficoltà nel settore (-0,2% nel fatturato), ma con un netto sgonfiamento delle perdite rispetto agli anni passati. Se questo è valido a livello provinciale, purtroppo lo stesso discorso non può essere fatto per la Lunigiana, anzi è proprio il nostro comprensorio a trascinare verso il basso il dato provinciale (-5%) mentre dalla zona di costa arrivano segnali decisamente più confortanti (+1,8%). Andando poi a sviscerare i dati, continua la netta caduta nel settore delle costruzioni ex novo (-1,3%), mentre si hanno segnali di un timido rialzo nella installazione degli impianti (+0,1%) e crescono i lavori di ristrutturazione, che segnano un +0,9%. Cresce dell’1,6% il fatturato delle imprese non artigiane (quelle con più di dieci dipendenti) mentre segna un brusco calo quello delle artigiane (-2,9%). A dare un altro duro colpo ad un settore già in difficoltà è la diminuzione (-11%) dei finanziamenti bancari a medio e lungo termine. Un quadro davvero a tinte fosche ma che, nell’analisi della Camera di Commercio, lascia intravvedere un barlume di speranza: “Il comparto delle costruzioni, puntualizza il rapporto, sembra prossimo a raggiungere il punto di rottura, grazie al fatto che stiamo entrando nel cosiddetto ‘settimo ciclo edilizio’ che vede la ripartenza delle opere pubbliche (grazie soprattutto all’effetto terremoto e all’ edilizia scolastica) e il consolidamento delle operazione di ristrutturazioni degli immobili”. Ottimismo che però pare difficile riscontrare guardando l’evoluzione delle imprese edile attive nella provincia nel periodo 2010-2016: in questi sette anni si sono registrate 520 attività edili in meno (-70 in Lunigiana) ed è calato di 3.000 unità il numero degli occupati. Ci sono perdite assolute molto consistenti nei piccoli lavori di specializzazione (-330 attività, -13%) e in quello delle costruzioni (-180 unità, -14%). In pratica, solo tre comuni della provincia in questi anni hanno visto aumentare il numero delle imprese: Tresana (+10,5%), Casola (+7,1%) e Fivizzano (+2%). Per il resto è un trionfo del segno meno, con punte massime per Montignoso (-25,6%), Filattiera (-22,2%), Bagnone (-22%) e Pontremoli (-16,6). Il dato complessivo delle imprese attive, quindi, non può che essere negativo (-13,1%) anche a livello provinciale, ma stavolta è soprattutto la zona di costa a trascinare in basso il dato (-15,6%) mentre la Lunigiana scende ma con una percentuale inferiore (-6,9%). Come detto, secondo la Camera di Commercio nel 2017 ci dovrebbe essere una piccola inversione di rotta, soprattutto a livello nazionale. Ma questo quadro generale difficilmente si tradurrà in una ripresa occupazionale nel nostro territorio e gli investimenti locali rischiano di restare al palo, vista anche la difficoltà nei rapporti con il sistema bancario, come testimoniato dal calo dei prestiti alle imprese. È evidente che la questione del credito diventa centrale per il rilancio di un settore che sembra diventato ancora più critico e complesso da gestire. (r.s.)