“ Riscrivere la normativa sul gioco d’azzardo ”

Richiesta al Governo: serve un Codice unico. In ritardo il riordino del settore: manca il decreto del Ministero. Il rischio di un nuovo rinvio a dopo le elezioni politiche di primavera

43gioco_slotEntro lo scorso 31 ottobre il Ministero dell’Economia e delle Finanze avrebbe dovuto tradurre in un decreto ministeriale l’intesa raggiunta, il 7 settembre scorso, in seno alla Conferenza unificata Stato-Regioni, sul riordino del settore del gioco d’azzardo. Ma non c’è traccia del decreto.
Inoltre, nel decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148, “Disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili”, l’articolo 20 prevede che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli provveda ad autorizzare la prosecuzione del rapporto concessorio in essere relativo alla raccolta, anche a distanza, delle lotterie nazionali a estrazione istantanea, in modo da assicurare nuove e maggiori entrate al bilancio dello Stato.
E ancora: nella legge di bilancio in discussione, l’articolo 90 aumenta il corrispettivo per le concessioni in materia di Bingo (200 sale), attualmente in proroga, da 5.000 a 7.500 euro mensili.
Agenzia Sir ha intervistato Attilio Simeone, coordinatore del Cartello “Insieme contro l’azzardo”, costituito in seno alla Consulta nazionale antiusura, per cercare di capire come interpretare questi segnali che non sembrano andare nella direzione della tutela delle persone maggiormente vulnerabili. “Il dubbio, dice Simeone, è che il Governo, in prossimità delle elezioni, non voglia affrontare apertamente un tema sul quale rischia di prendere qualche scivolata”, tuttavia, ulteriori norme di favore pro-azzardo di Stato potrebbero essere approvate con gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2018”. Non solo: da una lettura che si proponga di interpretare le intenzioni si potrebbe ritenere che “lo Stato per il 2018 ha deciso di preferire le entrate certe in luogo di un riordino dell’intera normativa sul gioco d’azzardo in funzione della tutela delle persone maggiormente vulnerabili come, invece, avrebbe imposto la Legge delega al Governo”. Sia il decreto legge n. 148/17 sia la Legge di Bilancio sono in discussione al Senato in questo mese e l’auspicio delle associazioni impegnate in prima linea nella lotta all’azzardo è che “il Governo, al quale certamente bisogna riconoscere il merito di aver iniziato un dialogo, possa riscrivere tutta la normativa e condensarla in un Codice unico” nel quale si possa affrontare, in maniera chiara e trasparente, ogni aspetto del problema “a iniziare dai requisiti, dalla trasparenza e onorabilità delle società concessionarie e dei loro soci, dagli aspetti fiscali di queste, dal regime normativo della concessione, dalla tutela della salute e patrimoniale del consumatore, dalla prevenzione di pericolosi reati contro la persona e contro il patrimonio come quello dell’usura. Nelle scorse settimane è stata diffusa la notizia che alla periferia di Torino sono state sequestrate tre video slot in due bar dalla Guardia di Finanza. L’attività a contrasto degli illeciti nel settore dei giochi, delle scommesse e dei concorsi a pronostico ha consentito, dall’inizio dell’anno, di sequestrare amministrativamente, ai fini della confisca, circa 20 “new slot 2”. Notizia confortante, purché non si tratti solo della punta dell’iceberg di un fenomeno che incide sempre più in modo negativo sulla vita delle persone. Simeone ricorda che “bisogna innanzitutto demolire la convinzione che il gioco legale è servito a sconfiggere il gioco illegale”. Anzi, i dati indicano che il gioco legale e illegale si sono autoalimentati a vicenda e che quello offerto dallo Stato è servito a ridurre la disapprovazione della società nei confronti del gioco illegale offerto dalla criminalità organizzata. “Bisogna attribuire ai Monopoli e alla Guardia di Finanza maggiori poteri, personale e strumentazione tecnica per un controllo efficace e in tempo reale di tutta una serie di autorizzazioni che presiedono all’offerta di azzardo di Stato”.