

Nella difficile partita tra diritto al lavoro e diritto alla salute, sembra stia dunque prevalendo il primo, stante i tempi decisamente lunghi di uno spostamento (ipotetico) dell’impianto e osservando gli equilibri politici formatisi attorno ad una vicenda di rilevanza enorme: la lunga teoria di politici che nelle settimane di presidio hanno incontrato i lavoratori è eloquente: oltre a Rossi, il sottosegretario Cosimo Ferri, la deputata massese Martina Nardi e il Presidente della Provincia Lorenzelli. Attenzioni molto più limitate per il Comitato albianese, di nuovo in strada con una fiaccolata la sera del 27 ottobre. Vicenda al capolinea dunque? La parola fine sembra ancora lontana dall’essere scritta. Nuovi ricorsi potrebbero profilarsi all’orizzonte. Per l’avvocato ambientalista Marco Grondacci, la VIA effettuata dalla Provincia è illegittima perché non ha valutato il rischio sanitario della presenza dell’impianto, la mancanza di conformità urbanistica dell’impianto all’attuale regolamento urbanistico del Comune di Aulla e altri errori procedurali, che alla fine, secondo Grondacci fanno sì che “i danni li subiscano coloro che non hanno alcuna responsabilità: cittadini di Albiano e lavoratori della Costa Mauro, mentre i veri responsabili di questo enorme ‘paciugo giuridico amministrativo’ se ne stanno tranquillamente seduti nelle loro poltrone in Provincia e Regione”.