Dispute sull’utilizzo della struttura e sulla proprietà sulla proprietà del terreno circostante

In un comunicato datato 19 settembre, la Lega Nord di Fivizzano solleva un problema nel merito del tutto condivisibile – allo stesso modo ci siamo espressi anche noi in un trafiletto di qualche mese fa – in particolare per quanto riguarda l’utilizzo del vecchio asilo di Monzone. Si tratta di un edificio costruito più di 50 anni orsono per interessamento del ministro Giuseppe Togni e destinato ad ospitare una scuola materna gestita dalla parrocchia di Monzone, che ne era diventata la proprietaria, attraverso un ordine di suore, che, però, mai si presentarono, anche perché il parroco ideatore dell’iniziativa, don Andrea Della Bianchina, venne a mancare, ma soprattutto perché il Comune era intenzionato a creare un asilo pubblico a Monzone. E così fece, dopo aver acquistato dalla parrocchia – pare per 97 milioni di lire – la bella e funzionale struttura, progettata proprio per ospitare una scuola dell’infanzia. Il terreno adiacente, che la Lega nella sua nota sostiene – per averlo letto all’albo pretorio del Comune – essere stato inserito nell’elenco dei beni patrimoniali alienabili al prezzo di 12.000 euro, pare che dalla parrocchia sia stato, invece, ceduto ai proprietari di una abitazione confinante, in contemporanea con la vendita della scuola. Di conseguenza non potrebbe essere “rivenduto” oggi. C’è anche chi sostiene che l’atto notarile di vendita fra il Comune e la parrocchia non sia mai stato ufficialmente redatto, pur risultando regolarmente avvenuti tutti i pagamenti. In questa ingarbugliata questione si inserisce la Lega, anche se solo per far sapere che è contraria alla vendita e ad un uso dell’asilo diverso da quello attuale, di Centro Educativo, creato dalla Società della Salute, come quello di Fivizzano, recentemente aperto, e quello di prossima -pare – apertura di Casola. È, infatti, un luogo ideale per svolgere le attività di sostegno alle famiglie nel seguire gli alunni nei compiti scolastici, nel favorire la loro socializzazione, nell’attuare attività ricreative e formative negli spazi interni ed esterni di cui dispone. L’edificio, inoltre, non è stato oggetto di provvedimenti di inagibilità, essendo stata un’aula sempre utilizzata come mensa scolastica al servizio delle vicine scuole. Una ricognizione, tuttavia, a maggior sicurezza, potrebbe essere rifatta, così come qualche intervento di manutenzione ordinaria. Giusta la contrarietà, quindi, alla alienazione, del resto molto improbabile, o all’abbattimento, come sussurrato da alcuni, e continuità, invece, rispetto all’attuale utilizzazione come Centro Educativo, estesa a tutto l’edificio. Rimarrebbe, così, completamente disponibile, per riaccogliere la biblioteca “C. Sisti” e il Museo del Lavoro, la vecchia stazione, che ha visto da poco concluse le opere di adeguamento antisismico da parte delle Ferrovie. Ovviamente una volta rinnovati gli accordi fra il Comune e le Ferrovie stesse per la sua utilizzazione. Per il resto toccherà alle forze politiche e consiliari dimostrare la veridicità o meno del documento leghista. Andreino Fabiani