La storia infinita del contrasto tra Albiano e la ditta di smaltimento dei rifiuti.
Novità rilevanti nel conflitto che vede di fronte l’attività della Costa Mauro e i cittadini di Albiano Magra che da anni chiedono l’allontanamento dell’attività dalla zona industriale della frazione aullese. Novità non certo positive per la ditta albianese, sia sotto il profilo amministrativo che giudiziario. Sul fronte amministrativo questa settimana c’è stato un pronunciamento del Consiglio di Stato che, di fatto, prelude ad una nuova sospensione delle attività di stoccaggio dei rifiuti. Alla base del pronunciamento la delibera del Comune di Aulla del 21 aprile scorso, con la quale il dirigente all’urbanistica, Franco Testa, disponeva il blocco dell’attività lavorativa nel capannone A fino a quando la Regione Toscana non avesse emesso apposita autorizzazione allo scarico delle acque di dilavamento dei piazzali di lavorazione in pubblica fognatura. Un provvedimento cautelativo, preso da Testa mentre il Comune era commissariato, giustificato dalla tutela delle acque del vicinissimo fiume Magra e del campo pozzi che alimenta l’acquedotto di Albiano e Caprigliola.
Ai primi di giugno il Tar della Toscana, a cui ricorse la ditta, sospese la delibera, permettendo quindi la ripresa delle attività. In una guerra delle carte bollate di difficile comprensione per gran parte dell’opinione pubblica ma dall’alto valore sostanziale, il neo sindaco di Aulla, Roberto Valettini, appena insediatosi, presentò ricorso al Consiglio di Stato contro la sospensiva, con l’intento di bloccare nuovamente le attività. La sentenza, datata 19 ottobre, ha dato ragione all’amministrazione aullese, che potrà quindi nuovamente rendere esecutiva la delibera di aprile, in attesa della sentenza del Tar vera e propria, che dovrebbe arrivare dopo l’udienza fissata per il prossimo 5 dicembre. Si tratta di una notizia che potrebbe riportare un minimo di serenità nei rapporti, tesissimi nell’ultimo mese, tra i “No Costa”, capitanati da Walter Moretti, e la giunta aullese. Dopo la minaccia espressa da Moretti a fine settembre di denunciare il Comune per le mancate risposte sulle vasche di captazione e depurazione dell’acqua piovane – il dirigente comunale si è difeso asserendo che i sistemi fognari sono di competenza della Regione, mentre per Moretti semplicemente non esistono – gli albianesi hanno dato vita ad un sit in davanti al palazzo comunale e hanno incontrato il sindaco Valettini alla Pubblica Assistenza di Albiano. In quella riunione, tra l’altro, il sindaco ha nuovamente accennato anche alla delocalizzazione dell’azienda di lavorazione dei rifiuti. La sentenza del Consiglio di Stato ha soddisfatto sia il comitato “Uniti per Albiano”, sia il sindaco Valettini, che ha colto l’occasione per ribadire ancora una volta la sua imparzialità rispetto alle parti e agli interessi coinvolti. Per la ditta Costa si prefigura quindi l’ennesimo stop ai lavori. Un blocco che fa il paio con un’inquietante notizia sul piano giudiziario. Da un’indagine della Guardia di Finanza di Chiavari, di cui si sono concluse formalmente le indagini preliminari (nessun processo e nessuna sentenza, quindi), Mauro Costa e la figlia Silvia sarebbero coinvolti, assieme ad altri due imprenditori del settore rifiuti e a tre funzionari del Comune di Chiavari, in una storia di gare aggirate per l’affidamento dei lavori di smaltimento delle alghe depositatesi sulla spiaggia adiacente al porto turistico della città ligure nel 2014. I funzionari comunali avrebbero sottostimato di 10 volte la quantità di materiale da asportare al fine di ridurre l’importo presunto dei lavori ed aggirare l’obbligo di indizione di una gara di appalto previsto dal Codice degli Appalti, consentendo l’affidamento diretto dei lavori alla Costa, che all’epoca gestiva già la raccolta dei rifiuti urbani. (d.t.)