
L’annuncio “in trasferta” da Verona. La nuova amministrazione Cinque Stelle (il Comune è il principale azionista) ha fatto da spettatrice mentre nel futuro della fiera c’è l’ipotesi di un nuovo percorso fatto di tanta incertezza.

Il bianco splendore del marmo di Carrara nel 2018 farà mostra di sé nelle sale cinematografiche con un nuovo film sulla vita di Michelangelo Buonarroti, ambientato in larga parte nelle cave. Ma nelle stesse settimane in cui la troupe cinematografica guidata dal regista russo Andrei Konchalovsky (attori protagonisti Enrico Lo Verso e Ivano Marescotti) è all’opera tra il centro storico della città, il monte Altissimo e il Castello Malaspina di Massa, di marmo si parla molto anche per la notizia, di tutt’altro segno, della fine della fiera Carrara Marmotec, la storica rassegna del marmo che dal 1980 radunava operatori del settore nella struttura di Marina di Carrara. I vertici di Internazionale Marmi e Macchine (IMM) lo hanno annunciato a Verona, nel corso dell’evento espositivo di settore di fine settembre. Un annuncio in trasferta, quindi, per giunta a casa dello storico concorrente del marmo apuano, che ha provocato molti mal di pancia: sia perché Carrara ha saputo la notizia, dopo due anni di lavoro dei vertici di IMM, senza una discussione vera tra le forze sociali della città, sia perché il ruolo giocato dalla nuova amministrazione comunale Cinque Stelle (il Comune è il principale azionista di IMM) è parso del tutto quello dello spettatore. Sulla perdita di attrattiva dell’evento fieristico, fino alla sua chiusura, secondo Confartigianato ha pesato soprattutto il disinteresse dei “big” locali del marmo verso l’evento. Per altri sono state invece le condizioni logistiche ad avere fatto soccombere Carrara contro Verona: 4 padiglioni contro 13, maggiore offerta alberghiera e vicinanza di un aeroporto, anche se il lungomare apuano-versiliese non difetta di alberghi e lo scalo di Pisa è a 30 minuti di autostrada.

Al di là di chi siano le colpe, l’evento fieristico carrarese è stato dichiarato superato dal direttore di IMM, Luca Figari, e dal presidente, Fabio Felici, che a loro supporto hanno portato i pareri sulla manifestazione degli imprenditori del marmo, decisi “a non volerla più così com’è”. Al suo posto un nuovo evento, “Carrara2”, sempre a giugno: una fiera diffusa dal centro fieristico fino alle cave. In fiera verrà occupato un solo padiglione, dedicato alle tecnologie ma solo in termini di seminari e attività formative: per vedere le macchine si salirà in cava con dei bus navetta. Per il marmo, invece, gli operatori esteri saranno portati direttamente nelle aziende. In città, a corredo, vi saranno mostre, allestimenti, concerti e installazioni d’autore. In sintesi, nelle intenzione della IMM, la fiera non è morta ma rivoluzionata rispetto ad un passato che non avrebbe più ragione di essere di fronte allo strapotere di Verona, che peraltro sarà partner di Carrara nella selezione degli operatori invitati. La fine di Marmotec rappresenta una perdita secca sotto molti punti di vista: per gli introiti e gli equilibri di bilancio della struttura fieristica (di cui IMM è proprietaria al 100% tramite la controllata Carrara Fiere); per il non trascurabile indotto economico dell’evento (allestimenti, servizi, pernottamenti, etc.); per l’immagine del prodotto lapideo del distretto apuano, visto che l’unica vera fiera italiana del marmo rimarrà non quella della città delle celebri cave michelangiolesche e dei marmi che hanno impreziosito per secoli opere architettoniche di tutto il mondo, ma quella del territorio del “marmo rosso”. Soprattutto – questa è la preoccupazione più grande – il nuovo assetto dell’esposizione favorirà chiaramente le poche grandi aziende locali, capaci di spendere per accogliere i potenziali clienti in visita alle loro sedi, escludendo di fatto le piccole aziende, con conseguenze che potrebbero essere pesanti già nel breve periodo. (Davide Tondani)