Vendemmia in Lunigiana: cala la quantità ma la qualità è salva

Un 2017 difficile (cali fino al 40%) dovuto alla siccità record

vendemmia-uva-vinoLa vite, pianta rampicante della famiglia delle vitacee (vitis vinifera), è detta anche vite europea o nostrana. In Italia i vitigni da vino di maggior interesse sono le qualità che producono vino rosso: aleatico, barbera, dolcetto, lambrusco. Anche la Lunigiana ha i suoi vigneti, ben tenuti e curati, tanto da offrire un vino sempre più apprezzato che si sposa piacevolmente con la nostra prelibata gastronomia. La maggior parte dei nostri viticoltori non produce grandi quantità di vino, di solito si parla di consumo familiare o, al limite, della vendita di qualche damigiana ad amici e conoscenti. A prescindere dai volumi di produzione, comunque, la cura della vite richiede molta fatica e vede i produttori impegnati a proteggere le piante dai parassiti più comuni come filossera e peronospora. Quest’anno la vendemmia è stata anticipata rispetto agli anni passati per paura di grandinate o di altri devastanti fenomeni atmosferici, tipici di un clima che sta radicalmente cambiando con il pericolo costante di vere e proprie bombe d’acqua. La vendemmia rimane una festa fra canti, grida e risate con i piccoli produttori che chiamano a raccolta parenti e amici per portare a termine il lavoro il più in fretta possibile. Impossibile resistere alla tentazione dell’assaggio: mani e mento sono appiccicosi di quello che a volte è un succo dolcissimo, fra il ticchettio dei roncoli e delle forbici che tagliano i grappoli che, nei vigneti a monte di Bagnone, abbiamo ammirati sani, pronti ad essere trasformati in dolce nettare nelle cantine appositamente attrezzate. La bontà è garantita anche dagli stormi di uccelli che, guidati dall’istinto, arrivano a schiere dai boschi a piluccare i chicchi più dolci.

Castel del Piano a Licciana Nardi
Castel del Piano a Licciana Nardi

Per tastare il polso di questa vendemmia 2017 abbiamo sentito i proprietari di due note aziende agricole locali, con annessi agriturismi: Castel del Piano a Licciana e il Podere Fedespina ad Arpiola. Per quanto concerne il primo, in un appezzamento di circa due ettari e mezzo si ricavano otto tipologie di vino, grazie a vitigni locali ed internazionali. Il più gettonato è il Pepe nero, ottenuto dal vermentino nero. Il calo del 15% di quest’anno è dovuto alla morsa del gelo di fine aprile. Minori danni ha causato lo “stress” dovuto alla siccità estiva in quanto le radici molto profonde ed il terreno che trattiene umidità hanno fatto da cuscinetto riparatore. Nell’azienda si producono circa 10 mila bottiglie, vendute nel Nord Italia ed esportate nel Nord Europa: Belgio e Olanda, soprattutto.

Il podere Fedespina ad Arpiola di Mulazzo
Il podere Fedespina ad Arpiola di Mulazzo

Nel Podere Fedespina il calo è stato addirittura del 40%. Le cause sono da collegare alla siccità record, a detta degli esperti la più grave nella storia della nostra provincia, ma anche ai danni ingenti causati dal proliferare dei cinghiali che, in branco, si abbattono, come trattori, su qualsiasi coltivazione, unitamente ad altri animali come istrici, daini, caprioli. Una situazione che ha contribuito ad abbassare la produzione, anche nell’azienda liccianese. In tal senso i produttori auspicano regole chiare per disciplinare la caccia e salvaguardare un’agricoltura già precaria e faticosa come la nostra. Le circa 6 mila bottiglie del Podere Fedespina vengono acquistate da affezionati ristoratori e da enoteche qualificate; altre raggiungono località del Nord Europa. Insomma, possiamo parlare di produzione più contenuta, ma resta la certezza di affrontare il mercato con un ottimo livello qualitativo che andrà a confermare la bontà dei vini prodotti nella nostra vallata. Ivana Fornesi