Cinque sindaci lunigianesi contestano le scelte della Conferenza territoriale

Diffida contro le nomine dei rappresentanti all’Assemblea Idrica Toscana

Un acquedotto di epoca romanica nei pressi di Lucca
Un acquedotto di epoca romanica nei pressi di Lucca

Cinque sindaci lunigianesi all’attacco dell’Autorità Idrica Toscana e, di riflesso, del gestore degli acquedotti pubblici nel nostro territorio, ovvero Gaia Spa. I sindaci in questione sono Matteo Mastrini (Tresana), Lucia Baracchini (Pontremoli), Filippo Bellesi (Villafranca), Pierluigi Belli (Licciana Nardi) e Cristian Petacchi (Zeri), che hanno segnalato come illecita la nomina dei sette comuni che dovrebbero rappresentare la Conferenza Territoriale n. 1, ovvero “Toscana Nord”, all’Assemblea Idrica Toscana. Secondo i cinque primi cittadini (una coalizione che già qualche mese fa aveva provato a scardinare il sistema “Gaia” e che ora può contare anche sull’appoggio del sindaco di Tresana per provare a modificare gli equilibri politici, quantomeno in ambito lunigianese) i loro colleghi del Pd stanno mettendo in atto il tentativo di tutelare Gaia Spa agendo illegalmente, ovvero nominando comuni affini alle loro politiche. Per questo motivo è partita la diffida affinché i ruoli siano attribuiti, sostengono, a chi ne ha veramente diritto. Alla base della protesta dei cinque primi cittadini c’è la decisione, assunta durante la conferenza dell’11 luglio sul tema all’odg “Individuazione dei Comuni della Conferenza territoriale n. 1 Toscana Nord che partecipano all’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana”. Una decisione presa, ha sottolineato il presidente della conferenza, il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, all’ultimo giorno utile. Ma qual è il motivo del contendere? Secondo i cinque sindaci le modalità per l’individuazione dei comuni sarebbe molto semplice, infatti secondo l’articolo 13 della Legge Regionale in materia (n.69/2011) la composizione dovrebbe essere stilata individuando i comuni con più abitanti, quelli con la maggiore estensione territoriale e quelli con il maggiore disagio sociale ed economico. Una divisione che ha anche una precisa divisione percentuale: il 59% per il criterio della popolazione come desunta dai dati dell’ultimo censimento; il 29% per il criterio dell’estensione territoriale; il 12% per il criterio del disagio. Con queste caratteristiche l’individuazione sarebbe presto fatta: “I comuni più popolosi – ricordano i cinque primi cittadini – , sono nell’ordine: Lucca, Massa, Carrara e Viareggio (4); il comune utile più esteso è Pontremoli (1); i comuni più disagiati (primo e secondo della relativa graduatoria regionale) sono Zeri e Sillano Giuncugnano (2). Salvo rinunce, erano e sono dunque questi i 7 comuni che avrebbero dovuto essere nominati”. Ed invece la Conferenza ha confermato in toto i comuni designati cinque anni prima: Lucca, Massa, Carrara, Viareggio, Camaiore, Fosdinovo, Gallicano, “senza valutare se avessero o meno titolo per tornare a far parte dell’Assemblea AIT. Si sono fatti cioè le nomine pro domo propria guardandosi ovviamente bene dall’inserire alcuni comuni che potessero contribuire ad incrinare il sistema di potere PD che vige all’Autorità Idrica Toscana e che si riverbera sulle gestioni delle nostre acque”. Per questo motivo i cinque sindaci hanno deciso di non partecipare al voto e di diffidare formalmente la Conferenza Territoriale, l’Autorità Idrica Toscana e la Regione Toscana dal dare operatività a tale “illegittima decisione” e farla revocare per provvedere poi alla nomina dei 7 comuni nelle modalità e nelle forme previste della Legge. “Ove così non avvenisse – concludono – ci riserveremo di impugnare l’atto illegittimo e tutti gli atti amministrativi che saranno di conseguenza viziati, compresi quelli relativi alla nomina della nuova Assemblea AIT ed alla sua operatività”.