Abbiamo conosciuto la forza morale e civile dell’abate Giuseppe Parini (Bosisio 1729-Milano 1799) nel poemetto satirico Il giorno e nelle Odi che, accanto a liriche emozioni, affrontano temi di stretta attualità, nello spirito del nuovo pensiero riformatore del Settecento di stampo progressista e non solo illuminista. Il poeta brianzolo scrive sulla salubrità dell’aria della campagna contrapposta agli “aliti corrotti” e ai “putridi stagni” intorno alle città, è aperto alle nuove conquiste della scienza, che proprio nel secolo dei lumi scoprì leggi della chimica per la conservazione dei cibi e i vaccini contro malattie infettive invalidanti e più spesso letali.
Parini nel 1765, prima che la teoria delle vaccinazioni fosse sostenuta dalla letteratura medica e praticata diffusamente, scrive l’ode L’innesto del vaiuolo che demolisce gli stessi pregiudizi che circolano oggi nell’oscurantistica polemica contro l’obbligo di vaccinare i bambini per poterli iscrivere a scuola. Colombo, nuovo Ulisse, non ebbe paura di affrontare l’ignoto di un mondo nuovo, nonostante le beffe dell’Europa immobile conservatrice del passato, che però poi non ebbe scrupoli a rapinare e conquistare le nuove terre. Allo stesso modo c’era disprezzo della nuova pratica medica del vaccino. I genitori sognano un avvenire felice per i figli, ma l’orribile malattia del vaiolo, che sterminò le popolazioni americane a contatto coi conquistatori spagnoli, stronca le dolci speranze. Il “tacito seme” del virus improvviso è venuto a flagellare nelle case dei ricchi e dei poveri, uccide a man bassa o deturpa la bellezza dei superstiti con devastanti cicatrici. È stato trovato un rimedio, ma gli europei sono così stolti che non vogliono prevenire il male, invece i cinesi e i circassi, che noi chiamiamo “barbari e rudi”, da tempi lontani praticano la vaccinazione iniettando nel braccio un po’ di “veleno” per stimolare un processo immunizzante di anticorpi, che è la teoria e tecnica di ogni vaccinazione.
Le ragazze circasse del Caucaso sono bellissime, il volto non ha orripilanti cicatrici, trovano marito. Anche al tempo del Parini c’erano molti europei e di altri luoghi che deridevano l’innesto per “falsa ragione” e “falsa pietade” andando contro al proprio bene e contro la verità. Il poeta è però fiducioso che la saggezza vincerà contro le ostinate superstizioni, fiorirà una gioventù sana, le ragazze non saranno più brutte per le ferite del vaiolo, Imene, il dio delle nozze, trionferà.
Allora come oggi!