
Da Filattiera l’allarme più recente
Un tempo, ad una persona poco socievole si diceva: “sei rustico come un cinghiale”. Ma, ormai, il mammifero della sottofamiglia dei suini non è più un “porcus singularis”, visto che alla solitudine dei boschi preferisce habitat più rumorosi, tanto da scorrazzare nelle città e persino nella capitale della nazione alla ricerca del cibo che fuoriesce dai cassonetti. Questi animali, che vivono in branchi e sono dotati di corpo robusto e forti zanne rivolte all’insù, il danno più grosso lo stanno arrecando ad una agricoltura, la nostra, parecchio risicata. L’allarme più recente è stato dato dagli agricoltori di alcune frazioni filattieresi come Migliarina e Ponte di Sotto.
La situazione, però, è comune all’intera Lunigiana, in quanto i cinghiali, nonostante le battute di caccia, aumentano rapidamente di numero da un anno all’altro. Per quanto concerne il Comune di Filattiera, almeno 25 persone, che hanno subito gravi danni alle coltivazioni, si sono unite per raccogliere le firme e presentarle al sindaco Annalisa Folloni chiedendo di autorizzare, nell’ambito territoriale della caccia, ulteriori battute onde arginare il problema. Dove arrivano, i cinghiali fanno da “trattore”, distruggendo il lavoro di tanti pensionati che si affidano all’orto per mangiare prodotti più sani e risparmiare sulla spesa della verdura che ha costi elevati. Giusto, quindi, che i cinghiali vivano nei boschi e che si provveda, nel rispetto dei regolamenti, ad una caccia controllata capace di abbassare il numero degli ungulati che stanno letteralmente invadendo il nostro territorio portando devastazione e sconcerto. i.f.