Calcio: per la Pontremolese un anno di riflessione per preparare il centenario?

Intanto si segnala l’addio dello storico presidente Pietro Rizzi

La Pontremolese 1919
La Pontremolese 1919 del campionato di Promozione

Come sempre, appese le scarpe al chiodo per recuperare quanto speso nella stagione appena conclusa, ci permettiamo di fare le nostre riflessioni sulla situazione del nostro calcio, non certo pensando solo al passato, che almeno quest’anno non ci ha regalato proprio nulla, quanto piuttosto al futuro, sicuri che ci siano una marea di argomenti da trattare prima di voltare pagina e aspettare l’estate che ormai incombe, nel cuore la solita intenzione di lasciare fuori dalla nostra vita, almeno per paio di mesi, qualunque cosa sappia di pallone e collegati. Qualcuno potrebbe dire che del senno di poi sono piene le fosse, ma a Pontremoli il detto irrita alquanto gli abitanti soprattutto di Codolo, per cui quanto andremo ad elucubrare sarà solo farina del nostro sacco, quindi con tutti i limiti che questo viene a sottintendere. Ovviamente, partiamo dalla Pontremolese e non solo per motivi affettivi, ma perché resta e dovrebbe restare, almeno per ora, la squadra al di fuori della norma, per le strane frequentazioni ormai datate con ambiti calcistici che al calcio nostrano sembrano naturalmente proibiti, quasi l’azzardo dell’eccesso venga a comportare qualcosa da evitare con assoluta convinzione. Già, la Pontremolese, da quasi vent’anni avvezza a praticare lidi come l’Eccellenza e la Promozione in maniera potremmo dire continuativa, a parte un incidente di percorso, e quindi quasi estranea al panorama lunigianese, da troppo legato strettamente alle Categorie, al punto che se qualcuno azzarda a crescere rischia di incappare in maledizioni nefaste che portano a tracolli imprevisti. Non facciamo esempi né nomi, ma sono noti e a tutti. La Pontremolese, invece, sembra immune da certe influenze perverse e, da tempo, pur con alti e bassi inevitabili, continua a barcamenarsi in maniera del tutto decorosa in quei contesti al punto che, nelle intenzioni più o meno larvate, l’idea di tornare a crescere non è poi così remota. In questa chiave, infatti, sembra debba andarsi ad interpretare quanto accaduto nel corso della stagione appena conclusa, ovvero, un anno di riflessione per mettere le basi per il futuro prossimo nel quale sarà necessario dare un senso importante a quanto incombe, ovvero i cento anni della Società che, proprio perché topici nella loro dimensione, meriterebbero di essere festeggiati in una situazione che coincidesse con quanto di meglio è stato possibile scrivere nel corso della sua incredibile storia. Svelato l’arcano? Neanche per sogno, anzi lo sanno tutti che la Società sta lavorando a un progetto che prevede che la squadra, nella stagione 2018/2019, possa militare in Eccellenza come successo, anche se per una sola stagione, a metà del secolo scorso e, per un frangente ben più lungo, all’inizio di questo secolo. A parer nostro, come punto di arrivo è decisamente encomiabile, perché ci viene a confermare che non c’è solo, alla lunga, l’intenzione di restare il riferimento per il calcio lunigianese in termini di qualità, ma si vuole crescere per dare un senso all’impegno economico che viene profuso ogni anno per restare in quota, e nel contempo si guarda avanti per scrivere nuove pagine di storia che rinnovino i momenti di vera grazia e di esaltazione che, come molti ricordano, hanno ravvivato non poco le nostre misere lande.

La rosa della Pontremolese 2016/2017
La rosa della Pontremolese 2016/2017

Ebbene, siamo convinti che, nonostante tutta una serie di incertezze emerse chiaramente e sotto gli occhi di tutti, il campionato appena concluso, come voluto, si sia tradotto in una fase adeguata di impostazione della formazione che nell’immediato dovrà dare il meglio di sé per raggiungere il risultato messo in preventivo. è chiaro che non sarà affatto semplice mettere in cantiere un complesso in grado competere fin da subito con avversarie agguerrite ed altrettanto ambiziose, però ci avanza la convinzione che molte cose siano andate per il verso giusto e chi di dovere sappia benissimo cosa abbia funzionato, su chi potere fare affidamento per dare corpo alla struttura portante della prossima squadra da imbastire, quanto occorra mettere in gioco per trovare le soluzioni giuste e fare quei ritocchi che permettano di evitare i troppi errori fatti quest’anno. Sarebbe ritrito dire che la squadra ha faticato più del dovuto a darsi un gioco di impostazione, per cui le partite in casa si traducevano solitamente in dimostrazioni di sofferenza e, ugualmente, ribadire che, invece, chiamata a rispondere alle intenzioni altrui, quindi in trasferta, ha messo in evidenza qualità che spesso hanno sorpreso gli stessi interpreti della vicenda. Detto così, potremmo dire che non sia affatto complicato trovare una soluzione, salvo prendere atto che negli ultimi anni ci hanno provato in parecchi a rimediare il difetto, ma quasi tutti ci hanno picchiato di naso. Il male, quindi, è cronico e va risolto tornando ai primordi del calcio e, soprattutto, trovando gli uomini giusti che sappiano interpretarli. Tradurlo in un banale “palla a terra e pedalare” sarebbe semplicistico, ma contiene una marea di verità, perché proprio quest’anno abbiamo visto in maniera lapalissiana dimenticare che il campo è sì rettangolare, ma non è un rettangolo stretto nel quale occorra per forza buttare la palla lungo il solito corridoio, ma ci sono gli spazi laterali, dai quali è possibile impostare un gioco che, guarda caso, ad altri livelli praticano regolarmente e qui invece no! Perché? Evitando le battute stupide, abbastanza facili nella situazione, diciamo che, nei fatti, è solo una questione di uomini e per essi, di conseguenza, di impostazione di gioco. Alla Pontremolese di quest’anno sono mancati soprattutto i contributi della fascia e qualcuno di certo dirà, a cosa sarebbero serviti se poi al centro non c’era nessuno a riceverli! Allora il discorso si amplia e merita ulteriori riflessioni, quanto basta, cioè per chi ha in mano la situazione tecnica del futuro, riflettere che se serve una vera punta al centro dell’attacco, tale di concretizzare quanto costruito dagli altri e magari distribuire le palle giuste ai colleghi dell’attacco, è altrettanto evidente che occorre lavorare sulle retrovie non tanto per trovare la solita mente pensante che probabilmente c’è già e di buon livello, quanto chi permetta al costruttore di poter mettere gli attrezzi giusti al posto giusto nel momento giusto, sapendo di potere contare sulle qualità dei singoli, tali da esaltare la realizzazione del progetto. Forse la metafora è un po’ pesante, ma calzante, anche se non pretende di insegnare niente, ma solo di fare pensare, perché davvero, se siamo contenti di quanto fatto alla fin fine dai nostri ragazzi, certo prossimamente ci aspettiamo segnali che dicano che l’anno di riflessione non è stato inutile, ma che davvero si sta pensando al futuro, quello nel quale vorremmo poterci esaltare di nuovo per una Pontremolese ai vertici della propria storia!

Luciano Bertocchi 

 

Pietro Rizzi
Pietro Rizzi

Lo storico presidente Pietro Rizzi si è dimesso dalla Pontremolese. Lo ha annunciato la società Gsd Pontremolese 1919 che ha reso noto come durante il consiglio direttivo del 15 maggio scorso Rizzi ha rimesso il suo mandato da presidente annunciando il ritiro dalla società e dal direttivo in maniera irrevocabile. Nel contempo hanno rimesso il proprio mandato, pur rimanendo nel consiglio direttivo, il vice presidente Doriano Pasquotti, il segretario Michele Beghini e il direttore sportivo Cesare Sozzi. Il co-presidente Miki Filippelli ha assunto la presidenza unica della società, in attesa del nuovo consiglio direttivo e dell’assemblea dei soci che eleggerà il nuovo direttivo e assegnerà i nuovi ruoli societari. Il consiglio direttivo, alla luce del nuovo quadro societario, non ha comunque variato la programmazione sportiva per la stagione 2017/18 che rimane in linea con quanto stabilito nelle riunioni precedenti.