Il 60° Bancarellino alla giovane scrittrice Bianca Chiabrando

Un temporale improvviso non ha rovinato la giornata di festa. Al libro “A noi due prof” sono andate 631 preferenze sui 1.315 voti complessivi dei ragazzi presenti in piazza

La vincitrice del 60° Bancarellino, Bianca Chiabrando
La vincitrice del 60° Bancarellino, Bianca Chiabrando
Pontremoli 60a edizione Bancarellino. la pioggia sconvolge la scaletta della manifestazione....
Il momento della premiazione. Da sinistra: Carla Galdino, Gianni Tarantola, Bianca Chiabrando, Giancarlo Perazzini (seminascosto alle spalle della vincitrice) e il sindaco Lucia Baracchini

Ragazza tra i ragazzi. È davvero minima la differenza anagrafica tra la fresca vincitrice del 60° Premio Bancarellino – Bianca Chiabrando (classe 1999 e ancora studentessa a pieno titolo, visto che frequenta l’ultimo anno del liceo classico) – e gli oltre 1.300 studenti delle Scuole medie di tutta Italia che le hanno assegnato, sabato 21 maggio, la statuetta del San Giovanni di Dio, simbolo della vittoria del Premio, consegnata alla giovane scrittrice da Carla Galdino, rappresentante del Ministero dell’Istruzione. E l’emozione di Chiara è emersa tutta quando ha ringraziato i ragazzi presenti, che con 631 preferenze sui 1.315 voti complessivi hanno determinato la vittoria del suo libro – “A noi due prof” (Mondadori) – del premio nato dalle costole del Bancarella maggiore nel 1958. Momento della consegna che, per il maltempo, non si è potuto svolgere all’aperto, nell’abituale cornice di piazza della Repubblica, bensì al primo piano del palazzo dell’ex Tribunale. Ma se è finita con la pioggia, per fortuna la giornata del Bancarellino era iniziata con il sole (fin troppo caldo all’inizio), con gli oltre 1.700 ragazzi presenti in piazza che, a partire dalle 10, si sono confrontati con gli autori sul mondo della lettura e della scrittura. Un’edizione del premio condotta, ormai come d’abitudine, da Daniele Sozzi, che ha guidato nel dibattito i ragazzi, i veri protagonisti della manifestazione. Alle 12 gli studenti, secondo il metodo di votazione in atto dal 2012, si sono alternati alle urne allestite nella piazza, trasformandola in un gigantesco seggio a cielo aperto, per decidere il vincitore della preziosa fascetta. Prima di passare alla fase di voto i cinque autori finalisti si sono dovuti difendere dal “fuoco” di domande giunte dai lettori in erba, che hanno dimostrato di aver letto e compreso a fondo il messaggio proveniente dai libri. In questo contesto, la Chiabrando ha ricordato la genesi del suo romanzo, che racconta di Olivia, giovane alunna al primo anno di liceo che si trova di fronte un professore spietato – Piero Pattume – che le rende la vita impossibile. Un romanzo ironico e simpatico, che sdrammatizza o forse rende più autentiche situazioni quotidiane di “vita di classe”, come ha evidenziato l’autrice nel chiedere il voto ai tanti giurati presenti in piazza: “A ognuno di voi è capitato quello che è capitato a me e che racconto nel libro. Quindi vi chiedo di far vincere i personaggi del mio libro”.

I cinque finalisti del i 60° Bancarellino. Da sinistra: Festa, Antonini, Strada, Chiabrando e Miller
I cinque finalisti. Da sinistra: Festa, Antonini, Strada, Chiabrando e Miller

La vittoria della Chiarobrando è stata perentoria (e, a memoria, si può affermare che si tratti della più giovane vincitrice della rassegna) tanto che ha raccolto oltre il doppio dei voti (249) dell’autore secondo classificato: Giuseppe Festa con il suo “La luna è dei lupi” (Salani). Sul gradino più basso del podio si è poi posizionata Annalisa Strada, con 176 preferenze, per il romanzo “Io, Emanuela agente della scorta di Paolo Borsellino” (Einaudi Ragazzi). A seguire, con 161 voti, Christian Antonini con “Fuorigioco a Berlino” (Giunti) e infine, con 98 preferenze, Mavis Miller e la sua “Lisbeth e il segreto della città d’oro” (DeAgostini).

 

Tutto bene? Quasi, e ci dispiace dover sottolineare un aspetto negativo perché il Bancarellino è davvero una grande festa e rappresenta un soffio di allegria e di vitalità che per una città come Pontremoli non ha eguali in tutto l’anno. Però non si può non evidenziare come l’organizzazione sia andata completamente nel pallone con l’arrivo della pioggia. La sensazione è che non ci fosse un piano B: perché, ad esempio, non si è pensato al palazzetto dello Sport struttura certo più indicata per contenere così tante persone? L’idea di voler collocare oltre mille ragazzi nella galleria del palazzo del Tribunale è apparsa per quello che era: “dell’ultimo momento” ed ha creato evidenti disagi per tutti (si era stipati all’inverosimile) con potenziali rischi. Pensare che a maggio, in Lunigiana, il tempo possa fare capricci non è un’ipotesi così campata in aria; questo, tra gli altri, scrivevano anche i nostri meteorologi sul taccuino meteo del nostro settimanale a proposito della giornata di sabato: “attesi altri brevi rovesci con colpi di tuono”. Forse sarebbe bastata un po’ di cautela in più.

(Riccardo Sordi)