La benedizione pasquale, con la quale si prolungava nelle case la gioia della festa, era un rito atteso e condiviso anche nelle scuole. Poi, nel rispetto delle tante confessioni religiose, si è rinunciato a mostrare i simboli cristiani: via i Crocifissi dai luoghi pubblici, via il presepe con Gesù Bambino, niente più benedizioni nelle aule scolastiche.
È di questi giorni, però, la notizia che il Consiglio di Stato ha ribaltato una sentenza del Tar dell’Emilia Romagna che aveva vietato le benedizioni in un Istituto Comprensivo di Bologna. Una decisione che ha sollevato polemiche e contro la quale si annuncia ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha parlato di sentenza giusta, equilibrata, nel pieno rispetto della laicità della scuola, che mai può schierarsi contro qualcuno.
La vicenda è iniziata due anni fa, quando un gruppo di docenti e di genitori presentarono ricorso contro la delibera del Consiglio d’Istituto che aveva dato il consenso per le benedizioni pasquali. La polemica aveva varcato i confini, finendo sulle pagine del New York Times.
Ora i giudici hanno decretato che la benedizione, con la partecipazione volontaria degli studenti, è legittima al pari delle altre attività culturali, sportive o ricreative. Il rito non preclude il pieno svolgimento della didattica. Anzi, in un contesto sempre più multietnico per il continuo flusso migratorio, urgono accettazione, rispetto e conoscenza delle diverse celebrazioni religiose.
I. F.