Per quelle antiche strade di Lunigiana

Via Francigena, Via degli Abati e Via del Volto Santo: già centinaia di persone hanno percorso nel 2017 i sentieri di pellegrinaggio ed escursionistici che interessano il nostro territorio

12_pellegrinaggio_labirintoIn questa prima parte del mese di marzo sono già centinaia i pellegrini e semplici escursionisti che percorrono la nostra terra lungo antichi tracciati la cui riscoperta ha quantomeno un merito: quello di aver riportato gente venuta da fuori in paesi un tempo vivaci e al centro di percorsi di commerci e oggi quasi dimenticati. Al di là delle polemiche sui tracciati ufficiali della Via Francigena o della Via del Volto Santo, anche tra la popolazione cresce la curiosità l’interesse per questo fenomeno.
Lo si è visto anche in occasione di due partecipati incontri, organizzati dagli Amici di san Caprasio in collaborazione con il Centro Aullese di Studi e Ricerche “G. Ricci”, l’Associazione Manfredo Giuliani per le ricerche storiche ed etnografiche della Lunigiana,la sezione lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, il Centro Lunigianese di Studi Danteschi, l’Associazione Etrusca Luni e il Cenacolo Roberto Micheloni. La storia di questi antichi percorsi ci fa capire quanto complesse e vitali siano state nel corso dei secoli le vicende delle nostre comunità: una storia che non è mai stata storia di isolamento e arretratezza e lo provano i fasti di Pontremoli e Fivizzano.
Longobardi e Bizantini sono scesi lungo i passi appenninici per itinerari oggi dimenticati che Sandro Santini ha descritto percorrendo un ideale cammino lungo le due sponde della Magra e la cui presenza rimane oggi nelle labili tracce archeologiche e nella toponomastica (ad esempio Filattiera e Filetto bizantini e Gaggio longobardo).
Dalla Cisa o dalla sella del Valoria, dal Borgallo e dal Cirone quella rete di antiche strade è stata non solo un insieme di percorsi segnati dal passaggio di eserciti , ma molto di più luogo di incontri e scambi economici e culturali tra popolazioni.
Ce lo ricordava anche Attilio Bertolucci, quando scriveva nelle sue poesie degli intensi rapporti tra la gente della montagna parmense e la Toscanella, come quelli di là dell’Appennino chiamavano quelli di Lunigiana. Le vie raccontate da Santini, così come quelle illustrate da Fabio Baroni sono le stesse riscoperte oggi con gli itinerari culturali della Via Francigena e della Via del Volto Santo. In particolare, come scrive Fabio Baroni, “il Volto Santo fu un mito che appartenne all’umanità, diffuso in ogni dove, esso fu anche e soprattutto, il segnale, il simbolo di Lucca, l’elemento identitario più forte e appariscente di una città d’azione che dal 1200 fu una delle capitali commerciali e finanziarie italiane”.
Fu proprio il commercio della seta a rendere ricca e potente Lucca, che seppe accordarsi con la potente Genova, portando lungo le strade dei commerci, assieme alle preziose sete, anche il culto del Volto Santo . Lungo le strade medievali di Lunigiana i potenti del tempo e la gente comune che ne assicuravano la percorribilità, erano ben consapevoli che i pellegrini bisognosi di assistenza erano un onere , che gli eserciti di passaggio una vera calamità per l’obbligo di sfamare uomini e cavalli e che la vera risorsa era il transito dei mercanti e i dazi che si potevano riscuotere sulle loro mercanzie, sui passaggi obbligati su ponti e guadi.

(R. Boggi)

Ad Aulla due importanti incontri di associazioni nazionali di “camminatori”

12camminando_francigenaDal 17 al 26 marzo si sono dati appuntamento in Lunigiana, ad Aulla, due importanti associazioni nazionali di camminatori lungo le vie storiche di pellegrinaggio: l’associazione “Camminando sulla Francigena” e la “ Rete dei Cammini”. Ospitati nell’ex convento del Tempio Votivo, una trentina di soci di “Camminando sulla Francigena” per il loro 27° incontro hanno percorso l’itinerario da Fornoli a Bibola, visitando in particolare gli scavi e il museo di San Caprasio.
Il gruppo ha uno stretto legame con Aulla: all’indomani della tragica alluvione dell’ottobre 2011 erano stati loro a raggiungere subito la città dove erano passati pochi mesi prima e accolti come pellegrini e prima ancora di spalare il fango a San Caprasio don Giovanni li aveva mandati ad aiutare le famiglie di quartieri Gobetti. Sabato e domenica si terrà nel teatrino di San Caprasio l’assemblea nazionale della “Rete dei Cammini”, promossa dall’Associazione Jubilantes di Como a partire dalle 15 di sabato 25 marzo e che vedrà, tra l’altro, un dibattito sul tema dell’accoglienza pellegrina povera, sui problemi di gestione e sul futuro di una rete di ospitalità gestita, a Pontremoli come ad Aulla, dalle parrocchie, ma anche in Italia e Spagna da laici.
Saranno presenti don Domenico Poeta, responsabile per la Conferenza Episcopale dell’Associazione “Ad Limina Petri”, don Luca Franceschini dell’Ufficio Beni Culturali della nostra diocesi e della Toscana, ma anche rappresentanti degli ospitalieri del cammino di San Giacomo e di ospitalieri laici. Nella giornata di domenica 26 è prevista una escursione fino a Bibola, con la visita al borgo.