Fivizzano: fa discutere la richiesta di Grassi di “cancellare” Verdini

Alti e bassi dei politici originari di Gassano

Una veduta di Gassano
Una veduta di Gassano

Fino a poco tempo fa Gassano si faceva vanto di aver dato i natali e di avere espresso politici di alto livello nazionale e regionale: Sandro Bondi, dopo aver ricoperto il ruolo di coordinatore nazionale di Forza Italia, era stato ministro della Cultura; a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso era stato anche sindaco del Comune di Fivizzano.

 

Denis Verdini
Denis Verdini
Sandro Bondi
Sandro Bondi

Denis Verdini è sempre stato considerato un influente parlamentare, prima berlusconiano, poi sostenitore di molti provvedimenti del governo di Matteo Renzi. Paolo Marini è stato consigliere regionale della Toscana per una legislatura e mezzo. Ma ci vengono in mente anche amministratori sanguigni ed abili, di “carattere”, come Renato Gabelloni e il cav. Luigi Ricci, da tempo scomparsi. Di Bondi sembra che le cronache, da molto tempo, si siano dimenticate. È senatore, ma si è allontanato da Berlusconi. Marini non si è ricandidato alle ultime regionali ed è tornato al lavoro in Comune, dopo essersi dimesso anche da consigliere comunale per incompatibilità. Verdini, pochi giorni orsono, è stato condannato, in primo grado di giudizio, a 9 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici dal Tribunale di Firenze per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino.

Il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi
Il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi

Da paese più “politicamente potente, certamente più rappresentato”, quindi, Gassano sta diventando il paese più citato, se non chiacchierato, grazie ad una iniziativa del sindaco di Fivizzano Paolo Grassi, che, proprio per questa condanna, ha chiesto la cancellazione di Verdini dai registri di nascita dell’anagrafe comunale per eliminarne, di conseguenza, il riferimento al luogo natio – Gassano appunto – da sempre uno dei tratti distintivi di una persona. In sostanza, si potrebbe dire che viene richiesta la riduzione di Verdini a stato di persona nata “non si sa dove”. Non dovrebbe essere cosa da poco, se si considera che molti storici fivizzanesi farebbero carte false per indivicare Fivizzano come luogo di nascita di Niccolò V. Sarebbe un fiore all’occhiello per la comunità fivizzanese, come, al contrario, è considerato – a ragion veduta – un marchio di disonore avere, tra i propri nati, dei condannati, seppur in primo grado, come Verdini. È questa la facile ironia che circola per Fivizzano, ma è certo che il sindaco ha scritto al prefetto e all’anagrafe comunale: “Vista la sentenza… chiedo che venga sospesa dai registri la data di nascita”. Una provocazione? Non può essere considerata tale una richiesta ufficiale di un sindaco, se è legittima, se l’iter di legge è stato rispettato, se i destinatari sono quelli giuridicamente preposti a tale procedura. Si tratta di un atto amministrativo vero e proprio, a nostro modesto giudizio, a cui è doveroso dar seguito, in senso positivo o negativo. Il senatore Lucio Barani, amico e appartenente allo stesso gruppo di Verdini, Ala-Scelta civica, chiede, infatti, in una nota, che la Procura intervenga d’ufficio “contro l’intento” del sindaco, ritenendo che “sussistano gli estremi” per farlo, visto che la “lettera” è pervenuta all’Ansa e, quindi, alla stampa nazionale, che ha richiamato l’attenzione anche su una frase, valutata “politicamente maliziosa”, della lettera, dove è scritto: “…pensare che il senatore Verdini doveva essere un padre costituente con Matteo Renzi!”. Le opinioni sulla vicenda sono contrastanti: chi la assegna ad una giusta e doverosa presa di posizione a favore della moralità dei comportamenti; chi ad un modesto gioco delle parti in vista delle primarie del PD, quindi ad una mossa antirenziana; chi la ascrive ad una ricerca di visibilità, finalizzata a non si sa cosa; chi la ritiene una perdita di tempo, una deviazione inutile dai problemi del Comune; chi… altro ancora. (Andreino Fabiani)

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