
Tutto nasce dalla scelta dell’amministrazione di organizzare un convegno, coinvolgendo le scuole, con Lorenzo Salimbeni saggista accusato di negazionismo. Da allora partite accuse e risposte tra “Villafranca libera” e varie associazioni locali.


Svastiche e fasci in occasione del ricordo di Ebio, l’antifascista e partigiano Edoardo Bassignani ucciso nel febbraio 1945. L’automobile dell’assessore Loris Bernardi vigliaccamente sfregiata. Poi la polemica per il “Giorno del ricordo”, quando, sabato 11 febbraio, nel cinema villafranchese l’amministrazione comunale ha chiamato a parlare degli eccidi delle foibe Lorenzo Salimbeni, saggista noto per le sue posizioni prossime alla destra e, secondo alcuni, al negazionismo.
Nulla di strano. Un’amministrazione può fare le scelte che ritiene opportune, anche richiedere la partecipazione degli studenti del Liceo Scientifico. Richiedere, non altro. E attorno a questo è sorta la discussione. Mandare o meno gli studenti? E, se sì, quali? Alla fine hanno partecipato i soli studenti delle classi finali, nei cui programmi di studio c’è il periodo storico in cui si sono svolte le vicende accadute nell’area delle foibe carsiche.

Poteva essere finita qui, ma alcuni giorni dopo un aspro comunicato di Villafranca libera, la lista che sostiene l’amministrazione guidata da Filippo Bellesi, ha dato fuoco alle polveri, denunciando ingerenze partitiche nella scuola, fra i docenti e i genitori, e nella società villafranchese, in una spirale al rialzo sproporzionata ai fatti. Passate quasi di soppiatto svastiche e fasci littori, da parte di Villafranca libera sull’atto vandalico subito dall’assessore Bernardi si sono adombrate le responsabilità, quanto meno indirette, di chi ha manifestato riserve sulla manifestazione di sabato, con la conseguente sdegnata risposta di “Villafranca in movimento”, della minoranza PD, di “Babel – La casa dei popoli” di Pontremoli e del Circolo Arci “Arrigo Diodati – Alta Lunigiana” di Filattiera. Tutti hanno stigmatizzato le “tinte nere” di chi attribuisce responsabilità “con uno strike zelante di orgoglio italico, ad avversari politici, stampa libera, associazioni di promozione culturale e a quella parte di insegnanti, che hanno, nei giorni scorsi, espresso perplessità circa le modalità con cui una manifestazione pubblica veniva confezionata per gli studenti (della cui formazione sono essi responsabili), dibattendo dunque sulla opportunità della loro partecipazione”. Al comunicato ha fatto seguito altro documento. Ultimo della serie quello dei genitori di Sos-teniamo le nostre scuole, che, chiamati in causa, hanno chiaramente sostenuto la loro autonomia di giudizio – “non ci facciamo ‘sfruttare’ da nessuno, tanto meno ‘politicamente’”, hanno scritto) – e ribadita la “solidarietà nei confronti di quella ‘parte del corpo docente’ che nel precedente comunicato di Villafranca Libera del 12 febbraio è stato indicato tra i ‘padri’ di un atto stupido e incivile, un reato, come quello di cui è stata vittima l’autovettura dell’assessore comunale Loris Bernardi”. E pensare che tutto avrebbe potuto essere chiarito semplicemente rammentando che le scelte didattiche (e di legittima scelta didattica si è trattato!) sono specifica competenza dei docenti, che operano nel rispetto di quella norma costituzionale che dice che l’arte e la cultura sono libere, e “libero ne è l’insegnamento”. Quindi ad una qualsiasi manifestazione in orario scolastico partecipano gli studenti se e quando i loro docenti lo reputano opportuno, nell’ambito di un percorso didattico-educativo, altrimenti non si può più parlare di studenti, ma di “truppe cammellate”, di moda qualche decennio fa. (g.a.)