Presentazione del libro “I ragazzi del Monte Barca”
Locandina dell'incontro "I ragazzi del Monte Barca"
Locandina dell’incontro “I ragazzi del Monte Barca”

Sabato, 4 febbraio, alle 15,30 nei locali a piano terra del Seminario Vescovile (piazza S. Francesco 10), l’Istituto Storico della Resistenza Apuana in collaborazione con l’ANPI di Pontremoli, il Seminario Vescovile e con il patrocinio del Comune di Pontremoli, presenta il libro di Luigi Leonardi “I ragazzi del Monte Barca” (Mursia 2017). Oltre all’autore interverranno Paolo Bissoli e Marco Diaferia che inquadreranno i fatti di Valmozzola del marzo 1944 nel contesto storico di quei giorni, quando la Resistenza all’occupazione nazifascista stava nascendo in tutto il territorio. La scelta del luogo per questa presentazione in anteprima del nuovo libro di Leonardi non è casuale: nel Seminario Vescovile, dove all’epoca si erano insediati i militi della XMas, i 7 partigiani superstiti del gruppo del Monte Barca vennero fatti prigionieri, picchiati e torturati prima di essere portati a Valmozzola per essere fucilati. Alla loro scelta, al loro ricordo e alla loro breve esistenza (avevano quasi tutti 20 anni) è dedicato il libro e la presentazione di sabato pomeriggio.

 

Nel marzo 1944 la Resistenza in Lunigiana era ancora in fase di organizzazione; c’erano alcune formazioni partigiane già operative come il “Picelli” che al comando di Fermo Ognibene “Alberto” stava tenendo in scacco fascisti e nazisti dal dicembre precedente. Ma gruppi di partigiani stavano nascendo un po’ in tutto il territorio, un po’ organizzate secondo un piano preciso, un po’ spontanee e costituite da giovani renitenti alla leva o militari sbadati dopo l’8 settembre o fuggiti dai campi di prigionia.
Uno di questi gruppi si era stabilito in un seccatoio sul Monte Barca, tra le vallate del Bagnone del Taverone, non troppo lontano dall’abitato di Pieve. Doveva essere una sistemazione provvisoria, in attesa del trasferimento in una situazione più agevole e dalla quale iniziare le azioni di guerriglia e sabotaggio. Ma il 14 marzo, proprio alla vigilia del trasferimento, il piccolo gruppo che poteva contare su 11 uomini si ritrovò all’improvviso circondato e senza scampo: 3 partigiani morirono nello scontro a fuoco, 1 venne ferito ma si salvò gettandosi tra i rovi della ripida scarpata del monte, altre 7 furono fatti prigionieri.
Per questi ultimi iniziò un’odissea di angoscia e sofferenze lunga tre giorni: i prigionieri vennero portati prima nel carcere della Spezia, poi nel Seminario Vescovile di Pontremoli dove si erano insediati i fascisti della XMas. Qui furono a lungo interrogati e picchiati: la loro sorte era segnata, nonostante i ripetuti tentativi compiuti dal Vescovo mons. Sismondo perché fosse loro risparmiata la vita.

Alle prime ore del mattino del 17 marzo vennero caricati su un treno diretto a Parma e fatti scendere alla stazione di Valmozzola, pochi chilometri oltre Berceto.

Qui, il 12 marzo, la formazione comandata da “Betti” aveva assaltato un treno: nello scontro a fuoco era morto lo stesso comandante partigiano, ma soprattutto erano rimasti uccisi alcuni fascisti, fatto che fece scatenare la feroce repressione che, il 17 marzo, portò alla fucilazione dei “ragazzi del Monte Barca”.