Vincenzo Corrado è il nuovo direttore del SIR

Nel primo editoriale le linee operative dell’Agenzia

Vincenzo Corrado, neo direttore del Servizio Informazione Religiosa
Vincenzo Corrado, neo direttore del Servizio Informazione Religiosa

Nel suo primo editoriale come direttore del SIR (Servizio Informazione Religiosa), Vincenzo Corrado ha ripercorso la storia dell’Agenzia giornalistica nata dalla “caparbietà e lungimiranza” di don Giuseppe Cacciami e proseguita grazie all’impegno di Giovanni Fallani, di Paolo Bustaffa e di Domenico Delle Foglie, che ha speso la sua professionalità per “rilanciare l’Agenzia sia sul fronte degli investimenti digitali sia nel rapporto con il territorio: le 191 testate della Federazione italiana settimanali cattolici, per le quali il Sir fu pensato e fondato”. Ora, si chiede Corrado, come e su quali strade continuerà il cammino?
“Stiamo vivendo – scrive – anni di grandi trasformazioni. Il tempo che ci sta davanti, pertanto, sarà una sfida da affrontare insieme. In questo, il Sir c’è e ci sarà. A servizio della Chiesa italiana, per esserne sempre di più e meglio voce ufficiale, in stretta collaborazione con gli altri media (Avvenire, Tv2000, Radio InBlu); a servizio dei territori, che continueranno a essere punto di riferimento costante attraverso i settimanali diocesani; a servizio dell’Europa, informando sulle attività delle Conferenze episcopali, degli Organismi ecclesiali (Ccee e Comece), delle istituzioni e degli enti sociali e culturali europei; a servizio del mondo, perché bisogna uscire verso le periferie geografiche, ma anche esistenziali.
E, perciò, a servizio della persona umana”. “In un macro-cosmo, anche mediatico, in cui – continua Corrado – regna sempre più la cultura dello scarto, il Sir sceglie uno tra i percorsi più difficili. E lo fa perché “nella Chiesa – così papa Francesco – il più grande è quello che più serve, che più è al servizio degli altri. Questa è la regola”. E sempre il Papa indicava “il servizio come la via da percorrere per vivere la fede e dare testimonianza dell’amore”, che è “il servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri. L’amore non sono parole, sono opere e servizio; un servizio umile”.
Informare è un atto d’amore reso all’altro; per questo, non può che essere un servizio da rendere prima di tutto con l’ascolto e poi con il racconto. “In una Chiesa che ascolta e racconta” è lo slogan che ha accompagnato il Sir dalla sua nascita, nel 1988. Ora l’impegno all’ascolto e al racconto ritorna come monito per un’informazione di qualità”.Logo_SIR
“L’ascolto – conclude il neo direttore del SIR – è fonte di relazioni vere, sempre nuove e diverse, che diventano incontro con gli altri”. In esse “si sviluppa un’informazione autentica, che non è semplice trasmissione di notizie, ma soprattutto disponibilità, arricchimento reciproco, relazione”. Quindi no “allo scoop solo apparentemente redditizio per essere stampa di verità e di libertà nel solco secolare del giornalismo cattolico, in una forma aderente a questa stagione della Chiesa e della società italiana”.