Tresana: un progetto di inserimento per persone in situazione di fragilità

Avviato dal Comune nell’ambito dei fondi europei distribuiti dalla Regione. Dieci persone tra i 28 e i 58 anni sono state inserite nel mondo del lavoro. Quattro hanno iniziato a lavorare in aziende private mentre in sei sono state integrate nella “macchina” comunale. 

lavoro disabileDieci persone… anzi dieci “ragazzi” come afferma il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini – “anche se in realtà ci sono diverse fasce di età perché si va dai 28 fino ai 58 anni, ma mi piace chiamarli ragazzi per l’impegno e la passione che stanno dimostrando” – che fanno parte del progetto che il Comune sta portando avanti per favorire l’inserimento lavorativo di persone disabili o affette da problemi di salute mentale. Un progetto all’interno del Programma operativo regionale (Por) del Fondo sociale europeo (Fse) e che permette a queste persone in situazioni di fragilità psico–fisica di poter usufruire di un periodo di integrazione e di apprendimento nel mondo del lavoro da cui ripartire per ricostruire la fiducia in se stessi e negli altri. In nove hanno già iniziato la loro attività, mentre un decimo sta completando, proprio in questi giorni, un lavoretto stagionale presso un’azienda per la lavorazione delle castagne. E poi la “squadra” sarà al completo.

Il sindaco di Tresana Matteo Mastrini
Il sindaco di Tresana Matteo Mastrini

Il sindaco, come prima cosa, racconta come questi dieci soggetti sono stati individuati: “Sono persone del nostro Comune che vivevano, per motivi diversi, momenti di difficoltà e di disagio. Ci siamo confrontati con la Società della Salute e c’è stata la disponibilità ad inserirli all’interno di questo progetto”. I dieci “ragazzi” sono stati divisi in due gruppi: i quattro più autonomi sono stati integrati in tre società private (un’azienda, la Coaf, ne ha presi in carico due) mentre in sei fanno ora parte della “famiglia” della macchina comunale di Tresana. Un sestetto che è stato ulteriormente suddiviso: in due collaborano con la cooperativa di pulizia che ha in gestione la palestra comunale “e devo dire che gli utenti per ora sono rimasti soddisfatti di come stanno svolgendo con dedizione e serietà il loro lavoro”. In tre affiancano gli operai comunali: uno lavora alla manutenzione del verde, gli altri due (uno di questi è il giovane che ancora deve entrare in servizio) fanno pratica nei cantieri. Infine, una ragazza laureata cui è stato affidato il compito di gestire l’archivio della documentazione degli uffici interni (tributi, affari generali, etc…). “Abbiamo cercato di inserirli nel meccanismo della macchina comunale tenendo conto delle rispettive caratteristiche e capacità” precisa Mastrini, “ma l’obiettivo primario è fare sentire utili ed integrati nella società queste persone”. E il primo cittadino rivendica l’importanza di questi progetti specie in contesti come quello di Tresana “dove vi sono poche realtà produttive e dove spesso il Comune rappresenta l’unico punto di riferimento per persone che hanno difficoltà di varia natura”. Per questo rivolge un appello alle strutture sovra comunali, “pur sapendo che i fondi mancano sempre: c’è bisogno che ci si faccia carico di sviluppare queste iniziative in grado di fornire un sostegno, anche solo di inserimento nella società, alle persone in difficoltà”. Perché dietro all’ottimo “slancio” iniziale restano comunque delle criticità, a partire dallo stipendio che viene corrisposto che è poco più di un rimborso spese (circa 160 euro al mese) e del fatto che una volta concluso il progetto, che durerà un anno, queste persone rischiano di tornare ad una situazione di marginalità. “C’è bisogno di dare continuità a questi progetti – conclude Mastrini – altrimenti rischiamo di perderli e con loro anche un pezzo della nostra società”. (r.s.)