Rossi punta di nuovo su Putamorsi per la presidenza del Parco delle Apuane?

La continua proroga del mandato al presidente uscente apre l’ipotesi di una sua conferma. L’ira delle associazione ambientaliste che lo accusano di essere legato agli imprenditori del marmo.

La Provincia di Massa Carrara nella zona di Costa e alle spalle le Alpi Apuane
Una suggestiva vista delle Alpi Apuane dalla prospettiva di Costa

Potrebbe capitare ad Alberto Putamorsi, per la presidenza del Parco delle Apuane, quanto avvenuto per Ignazio Visco, per la presidenza di Bankitalia? La stragrande maggioranza dei parlamentari e delle forze politiche non avrebbe voluto riconfermare Visco per un secondo mandato. Si erano, addirittura, votate ed approvate mozioni che auspicavano con forza una discontinuità nell’alto incarico, soprattutto per le carenze nell’esercizio del controllo per prevenire ed arginare le note situazioni di crisi di non poche banche. Pur di fronte ad un tale pronunciamento, legittimo e doveroso per i più, il presidente del Consiglio ha “consegnato” al presidente della Repubblica il nominativo di Visco per rinnovargli il governo della Banca per altri sei anni.

Alberto Putamorsi, presidente uscente del Parco delle Apuane
Alberto Putamorsi, presidente uscente del Parco delle Apuane
Il presidente Enrico Rossi durante la sua visita alle cave di marmo delle Apuane
Il presidente Enrico Rossi durante la sua visita alle cave di marmo delle Apuane

Questo episodio ha richiamato alla mente la vicenda collegata alla presidenza del Parco delle Apuane nella persona di Alberto Putamorsi, scaduto nel mandato da alcuni mesi, ma prorogato, poi nominato commissario a tempo, di nuovo prorogato e, al momento, ancora attivo nelle sue funzioni, pur sempre contestato per la sua supposta benevolenza verso gli imprenditori del marmo. Nel frattempo sono continuate, anzi si sono aggravate nei toni, le proteste delle associazioni ambientaliste, ma non solo, decisamente contrarie ad una nuova presidenza Putamorsi e critiche nei confronti del governatore della Toscana Enrico Rossi, che sembra essere ritornato sui suoi passi e preferire il politico fivizzanese a Domenico Davini di Minucciano, fino a ieri considerato il papabile più accreditato alla successione (le due candidature inserite nella terna non essendo mai entrate nei giochi).

Domenico Davini, ex sindaco di Minucciano
Domenico Davini, ex sindaco di Minacciano e principale contendente di Putamorsi per la presidenza del Parco delle Apuane

Eppure non vengono usati mezzi termini nei giudizi sull’operato del presidente uscente: il Cai Toscano, non certo entusiasta neppure di Davini, parla “di gioco al ribasso e al meno peggio”. Molto più drastico il responsabile nazionale delle aree protette di Legambiente, Antonio Nicoletti, che in una dichiarazione afferma che “chi fa battaglie a favore delle cave, non è in grado di rivestire questo ruolo” e chiede che “il Comitato del Parco riformuli la rosa dei candidati”. E mentre Putamorsi definisce un atto storico l’avvenuta approvazione – dopo un iter iniziato nel 1996 e concluso il 25 settembre scorso – del Piano integrato del Parco, che garantirà “un equilibrato rapporto fra attività estrattiva, che si svolge da secoli, ed ecosistema”, il Grig – Gruppo di intervento giuridico onlus – attacca la sua “azione passata”, tra cui la firma per la camionabile del Sagro, e AREA 2018 gli rimprovera di aver dimenticato che il Parco “non è solo attività estrattiva, ma, soprattutto, natura, turismo, agroalimentare di qualità”.

Il lago di Vagli (provincia di Lucca) all'interno del Parco delle Apuane
Il lago di Vagli (provincia di Lucca) all’interno del Parco delle Apuane

E si potrebbe continuare, ma è scontato, alla luce di quanto sta accadendo, che chiunque sia il presidente, fino a quando non sarà posto ordine all’escavazione del marmo, l’attività del Parco sarà condizionata e giudicata solo dal rapporto con questo problema, che è continuamente all’ordine del giorno. Basta dare un’occhiata alle cronache dei giornali locali: il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, annuncia “puntuali controlli ed accertamenti sul marmo portato nei depositi” (sui dati è polemica fra Legambiente e l’ex dirigente al marmo Marco Tonelli), ma autorevoli esponenti della sinistra, ai quali aveva dimostrato vicinanza, prima delle elezioni, lo invitano ad agire, anche presso la Regione, contro le “cave private” e a mantenere le promesse. Anche l’Arpat interviene per denunciare alla Procura il danno dei rifiuti liquidi incontrollati in ben individuate cave e non manca chi chiede la chiusura immediata di una cava o chi accusa il sindaco De Pasquale di essersi dimenticato dei beni estimati; infine, c’è anche chi esalta una grande e spettacolare “varata” ai Fantiscritti per la messa in sicurezza di una parete (quanti racconti sulle “varate” ha sentito fare chi ha avuto famigliari cavatori!).

Andreino Fabiani